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Petrified Forest

La foresta di tronchi pietrificati unica al mondo

Petrified Forest National Park

Tra le sorprese di questo viaggio, c’è stata sicuramente la Petrified National Forest.

Il parco è stato aperto nel 1906 dall’allora presidente Theodore Roosevelt.

L’intento era ovviamente quello di proteggere un vero e proprio patrimonio naturale, ma allo stesso tempo, questo progetto creò tantissimi nuovi posti di lavoro tra i giovani.

Inizialmente catalogata come Monumento Nazionale, la Petrified Forest venne promossa a Parco Nazionale nel 1962.

La Petrified National Forest si estende in una vasta area di quasi 600 kmq e occupa le contee Navaho e Apache.

Il paesaggio qui è quasi surreale, perché sostanzialmente stiamo parlando di una foresta di alberi fossilizzati.

Non immaginatevi di entrare in una vera e propria foresta, però, perché qui i tronchi degli alberi non sono verticali, ma orizzontali.

Il tutto ha origini molto molto antiche.

Quelli che vediamo, infatti, non sono tronchi di alberi cresciuti qui, ma sono stati trasportati a valle milioni di anni fa – addirittura nel Triassico – dalle inondazioni.

Da allora sono stati soggetti ai più svariati fenomeni naturali, non ultimi i terremoti e le eruzioni vulcaniche, che hanno fatto sì che i tronchi venissero totalmente ricoperti di cenere.

Non solo questo, però, perché anche i minerali hanno fatto la loro parte.

I minerali contenuti nell’acqua, infatti, penetrarono nel legno, dando vita a questo particolare gioco di colori.

Adesso addentriamoci nel parco, che ci lascerà a bocca aperta.

 

La visita al parco

Petrified Forest National Park

Attraversare il parco è facilissimo, perché la Petrified Forest è attraversata da una strada panoramica lunga 27 miglia, circa 43 km.

Si può dire che il parco sia diviso virtualmente in due parti.

Da un lato il Painted Desert, dove le rocce ricche di minerali assumono un’infinità di colori, dall’altro la Petrified Forest vera e propria.

 

Painted Desert

Petrified Forest National Park

Entrando dall’ingresso nord, si incontra subito il Painted Desert Visitor Center.

Una sosta è praticamente indispensabile per conoscere meglio la geologia del posto.

Per prima cosa apprendiamo che anche queste particolari formazioni rocciose, chiamate Chinle Formations, risalgono al Triassico e sono per lo più di origine fluviale o lacustre.

A guardarle bene si nota che sono formate da strati di colori diversi, derivati dal ferro presente nei sedimenti di roccia.

Il clima secco, poi, ha fatto il resto, arrugginendo il ferro e dando vita ai colori rosso, marrone, arancione e giallo che vediamo oggi.

Ma queste formazioni non hanno solo questi toni caldi e basta spostarci di qualche chilometro per vedere il paesaggio cambiare totalmente colore.

Le rocce non sono più rosse e arancio, ma tendono al blu, al grigio e al viola.

Ancora una volta è il clima ad influenzare il colore, ma non più un clima secco, piuttosto un clima umido che ha impedito alle rocce, bagnandole, di venire a contatto con una quantità di ossigeno sufficiente.

Subito fuori dal Visitor Center, poco lontano dal parcheggio, abbiamo già un assaggio di quello di che aspetta.

Petrified Forest National Park
Il Painted Desert lascia senza fiato.

Mai più vera la frase che si legge in uno dei tanti pannelli esplicativi che si trovano vicino al belvedere:

…Dove la terra e la sua comunità di vita non sono ostacolate dall’uomo,

dove l’uomo stesso è un visitatore che non rimane…

E questo è solo l’inizio.

Dopo aver toccato altri punti panoramici affacciati sul Painted Desert, arriviamo al Puerco Pueblo perché, ricordiamolo, questa area è stata abitata per tantissimo tempo dai nativi.

 

Puerco Pueblo

Petrified Forest National Park

Il villaggio del Rio Puerco è un insediamento preistorico abitato da circa 200 persone.

Si pensa che le abitazioni fossero circa un centinaio, tutte formate da blocchi di arenaria modellati a mano e tenuti insieme dal fango, poi ricoperti da malta.

Il villaggio, che comprendeva anche edifici religiosi chiamati Kivas, si sviluppava intorno alla piazza principale, il vero centro della vita sociale e di tutte le attività commerciali.

Solo una piccola parte dell’interno villaggio – circa un terzo – è stato dissotterrato.

Un sentiero lastricato si snoda tra i resti delle poche abitazioni riportate alla luce e i pannelli illustrativi spiegano in modo chiarissimo la storia di questo pueblo.

E tra le rocce che circondano il pueblo, la vera sfida è quella di individuare i bellissimi petroglifi.

Ma i petroglifi più significativi sono quelli che si vedono da un altro punto panoramico, Newspaper Rock.

Newspaper Rock

Petrified Forest National Park

In questa zona del parco ci sono oltre 650 petroglifi, veramente tanti se pensate che l’area non è particolarmente estesa.

Alcuni di questi sono antichissimi e risalgono addirittura a 2000 anni fa.

Petrified Forest National Park
Ma la cosa ancora più impressionante e significativa, se ci si pensa bene, è che da qui sono passate intere generazioni di nativi, ognuna delle quali ha dato il proprio contributo per rendere così particolare Newspaper Rock, ogni singola persona ha raccontato la propria storia incidendo i simboli più svariati su queste pareti.

In fin dei conti, potremmo quasi paragonarli ai nostri street artists.

Di petroglifi ne avevamo già visti, in particolare alle Hawaii, ma un’alta concentrazione come qui, non ci era mai capitato. Davvero sbalorditivo!

Risaliamo in auto, continuando a fermarci ad ogni punto panoramico.

Passo dopo passo – o sarebbe meglio dire chilometro dopo chilometro – le formazioni rocciose cambiamo colore, il rosso e l’arancio lasciano piano piano il posto al blu e al viola. Uno spettacolo unico.

Almeno così sembra, perché non lo sappiamo ancora, ma il meglio deve ancora venire.

Sempre in tema “bedlands”, infatti, la meraviglia assoluta si raggiunge quando si imbocca il sentiero del Blue Mesa.

 

Blue Mesa

Petrified Forest National Park

Imbocchiamo subito il sentiero, certi che quello che ci aspetta sarà indubbiamente uno spettacolo irripetibile.

Petrified Forest National Park
Tra le collinette con sfumature tra il blu, il viola e l’indaco, adagiati quasi come dovessero comporre una vera a propria opera d’arte, ci sono i tronchi pietrificati.
Petrified Forest National Park
Come spiegano benissimo i pannelli illustrativi lungo il sentiero, tutto questo è il risultato di fenomeni atmosferici che da milioni di anni agiscono sulle rocce e che tuttora modificano il territorio.

Trovarsi qui è come fare un passo indietro nel tempo, ci si ritrova al centro di un paesaggio surreale, che si potrebbe definire lunare.

Complice la quasi totale solitudine, sembra proprio di essere staccati dalla realtà.

Ora, per dovere di cronaca, qualche info sul sentiero.

Il sentiero è asfaltato e lungo 1,6 km, con un dislivello di quasi 40 metri.

Il che significa che solo la parte iniziale è in discesa, ma per il resto è pianeggiante.

Se state pensando che il ritorno è in salita sì, avete ragione, ma dopo aver visto una tale meraviglia, anche la fatica passa in secondo piano.

 

Prossimo stop: Jasper Forest.

 

Jasper Forest

Petrified Forest National Park

In quest’area del parco troverete la più alta concentrazione di tronchi pietrificati al mondo.

La Jasper Forest detiene un primato: è stata la prima zona del parco ad essere scoperta e la prima ad essere presa d’assalto dai visitatori nei primi anni del 1900.

Questa area era attraversata da una strada, che però venne chiusa nel 1965 per preservare il parco, perché chi transitava da qui non si faceva scrupoli a sottrarre pezzi più o meno grandi di legno pietrificato.

Dal punto panoramico si ha una vista strepitosa, ma se volete vedere un tronco pietrificato veramente da vicino, imboccate il sentiero dall’altro lato della strada rispetto al parcheggio.

Dopo pochi metri, troverete un grande albero pietrificato adagiato sul terreno, l’ideale per scattare tantissime foto.

Petrified Forest National Park
Ogni cosa che vediamo, è sempre più bella della precedente, un crescendo unico che ha il suo culmine nella Crystal Forest.

 

Crystal Forest

Petrified Forest National Park

Davanti alla Crystal Forest sono rimasta davvero a bocca aperta.

Il sentiero asfaltato che attraversa questa zona del parco è lungo circa 1,2 km ed è veramente… non lo so… caratteristico? Meraviglioso? Unico? Forse tutte queste cose insieme, un vero spettacolo che non credo si possa rivedere da altre parti.

Petrified Forest National Park
Petrified Forest National Park
Qui i tronchi sembrano minerali, pezzi di quarzo abbandonati in questo deserto immenso e risalgono addirittura al periodo dei dinosauri.

Dopo il sentiero, risaliamo in auto con la convinzione che non rivedremo più una cosa tanto particolare come questa.

Poi arriviamo al Painted Desert Inn e infine al Rainbow Forest Museum.

 

Painted Desert Inn

Petrified Forest National Park

Quando fu costruito, nel 1924, il Painted Desert Inn non era altro che un punto di sosta per i viaggiatori. La sua caratteristica stava nei materiali utilizzati, che vista la zona non potevano essere altro che tronchi pietrificati e sassi.

Oggi vale la pena fare una piccola deviazione per approfondire un po’ la storia dei nativi americani, grazie alle pitture e alle sculture che sono raccolte qui.

E se avete voglia di farvi una passeggiata, da qui parte un sentiero di circa 800 metri che porta al Tawa Point, da dove si gode di una bellissima vista sulla zona circostante.

 

Rainbow Forest Museum

Petrified Forest National Park

Dal 1906 al 1962, qui si trovava il quartier generale del parco.

Noi siamo venuti qui perché non ci possiamo perdere il Giant Logs Trail, un sentiero pavimentato circolare di 600 metri che parte proprio dal retro del Rainbow Forest Museum.

Il sentiero è fiancheggiato da tantissimi tronchi, tutti enormi, ma in particolare uno spicca sugli altri: è l’Old Faithful, il tronco più grande del parco, con una base larga quasi tre metri.

Petrified Forest National Park

Siamo davvero arrivati alla fine e non ci resta che fare il punto su quello che abbiamo visto oggi.

 

Considerazioni finali

Petrified Forest National Park

Una cosa la possiamo dire con certezza: la Petrified Forest è stata la rivelazione di questa vacanza  in Arizona.

Ci si aspetta di rimanere senza parole davanti alla maestosità del Grand Canyon o ai colori della Monument Valley.

In fin dei conti, li abbiamo visti migliaia di volte su riviste e social, ma della Petrified Forest si parla davvero poco e questo è un peccato, perché una bellezza così è difficile da replicare.

Non solo una bellezza inaspettata, ma addirittura una cosa unica nel suo genere, mai vista prima e che neanche pensavo potesse esistere.

Avevamo già visto le Bedlands durante la nostra vacanza nella Real America, quindi il paesaggio intorno, se pur meraviglioso, non ci ha certo sorpreso.

Quello che più di tutto mi ha lasciato a bocca aperta sono stati i tronchi pietrificati che sembrano minerali dai colori brillanti, appoggiati lì quasi per caso ad arricchire un paesaggio già di per sé sbalorditivo.

Voto: 10 e lode!

 

Adesso qualche informazione pratica.

 

Biglietto d’ingresso

Petrified Forest National Park

L’ingresso alla Petrified National Forest è a pagamento.

Il costo del biglietto standard è di 25,00 $ per le autovetture, 20,00 $ per i motocicli e 15,00 $ per i pedoni.

Il National Parks Pass non è valido per l’ingresso al parco.

 

Apertura e orari

Petrified Forest National Park

La Petrified Forest è aperta tutto l’anno tranne Natale e il Giorno del Ringraziamento, generalmente dalle 08:00 alle 18:00, ma l’orario può variare in base ai periodi dell’anno.

 

Come arrivare

Petrified Forest National Park

La Petrified Forest si trova lungo il tracciato della Route 66 ed è quindi facilissima da raggiungere.

 

Dove alloggiare

Petrified Forest National Park

La città ideale dove alloggiare è Holbrook, sulla Route 66.

Holbrook dista poco più di 30 km dal Rainbow Forest Museum, ma se vi dirigete verso nord, un’idea potrebbe essere quella di pernottare a Lupton, a circa 80 km dal Painted Desert Visitor Center.

 

Noi continuiamo lungo la Route 66 in direzione di Holbrook.

Se volete continuare con noi il viaggio alla scoperta dell’Arizona, cliccate qui.

 

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