Otranto
La città pugliese dei primati
Otranto – Cosa vedere
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e Sito Messaggero di Pace, Otranto è tra le mie città pugliesi preferite.
Iniziamo subito con un primato: Otranto, chiamata anche Porto d’Oriente, è il porto più a est d’Italia, vicinissima alla costa albanese dalla quale è separata dal Canale d’Otranto, oltre ad essere il centro abitato più a est d’Italia.
Proprio per la sua posizione, nel bene e nel male, Otranto è sempre stata la prima città che si incontrava venendo da Oriente. Così, se da un lato questo ha favorito gli scambi commerciali e culturali, dall’altro ha esposto la città alle incursioni dei conquistatori.
Posizione strategica che ha attirato i Messapi, i Greci, i Romani, i Normanni, i Turchi che la assediarono più volte e gli Aragonesi.
E fu proprio dopo uno dei tantissimi assedi dei Turchi, quello del 1480, che vennero costruite le possenti mura aragonesi che circondano ancora la città.
Ma adesso iniziamo la nostra passeggiata alla scoperta di Otranto percorrendo Lungomare degli Eroi, dove si trova una delle sculture moderne più toccanti che abbia mai visto.
L’Approdo. Opera all’Umanità Migrante
Otranto – Cosa vedere
Questa scultura, realizzata con alcuni resti del Kateri i Radës, ricorda il terribile naufragio avvenuto il 28 marzo 1997, nel quale persero la vita più di 100 profughi provenienti dall’Albania.
Dopo il naufragio, la barca venne riportata in superficie affinché si potessero recuperare i corpi e si potesse procedere con le indagini.
Quando molti anni più tardi le indagini terminarono, la città di Otranto chiese e ottenne di poter utilizzare i resti per farne un monumento dedicato alle vittime.
Il progetto venne affidato allo scultore greco Costas Varotsos, che con la sua opera volle per prima cosa paragonare il triste destino delle vittime al declino della civiltà.
Questa scultura merita sicuramente qualche minuto di tempo prima di immergersi tra le bianche stradine del centro storico.
Ma cambiamo decisamente argomento, perché se davanti a noi si apre il Canale d’Otranto, basta spostare di poco lo sguardo verso sinistra per vedere il bel castello aragonese.
Castello aragonese
Otranto – Cosa vedere
Fatto costruire da Ferdinando I di Aragona tra il 1485 e il 1498 per difendere la città dagli attacchi saraceni, ha una pianta pentagonale e tre torrioni cilindrici.
L’aspetto attuale risale al 1500, quando il castello subì sostanziali modifiche a seguito dell’attacco dei Turchi del 1480.
Il castello ancora oggi è circondato dal classico fossato, che tuttora si attraversa grazie all’immancabile ponte levatoio, diventato poi una struttura fissa.
Il castello si può visitare internamente ed è sede di mostre ed eventi.
Dopo aver visitato il castello, è il momento del pittoresco centro storico.
Il centro storico
Otranto – Cosa vedere
Subito dopo il castello, si apre il centro storico, con le caratteristiche viuzze attraversate dalle colorate ape car che portano i turisti in visita alla città.
Uno sguardo al mare e uno alle botteghe artigiane che qui non mancano di certo, arriviamo quasi senza accorgercene davanti alla Chiesa di San Pietro, la prima chiesa bizantina della città, costruita intorno all’anno mille.
Poco dopo si apre davanti a noi la piazzetta con il Monumento ai Martiri e la Torre Alfonsina.
Il Monumento ai Martiri è dedicato ai caduti durante l’assedio dei Turchi del 1480, che ha segnato profondamente la città. Una donna avvolta in un mantello e con un copricapo nel quale è visibile lo stemma della città, guarda in direzione del mare da dove sono arrivati gli invasori.
Attraversando Porta Alfonsina, antico ingresso alla città per chi proveniva dal mare, raggiungiamo la cattedrale, un vero gioiello artistico.
Cattedrale di Santa Maria Annunziata
Otranto – Cosa vedere
La Cattedrale di Santa Maria Annunziata è la più grande chiesa della Puglia, costruita in stile romanico nel 1088.
Se il rosone e l’intera facciata sono sicuramente bellissimi, sarà l’interno a lasciarvi senza parole.
Entriamo per vedere il vero capolavoro: il mosaico pavimentale che copre l’intera superficie della chiesa e rappresenta l’Albero della Vita.
Questo, lo ammetto, è il vero motivo per cui mi trovo qui a Otranto.
Il mosaico è opera del monaco brasiliano Pantaleone ed è stato realizzato tra il 1163 e il 1166.
Rappresenta episodi dell’Antico Testamento, da Adamo ed Eva a Caino e Abele, ma sono raffigurati anche segni zodiacali e animali, senza tralasciare la leggendaria storia di Re Artù.
Non solo cristianesimo, quindi, ma culture diverse che si fondono in una delle più belle opere d’arte mai realizzate. Perché alla fine Otranto è questo, una piccola città che però, proprio per la sua storia, sa essere molto più cosmopolita di tante altre.
Presi da tutta questa bellezza, non tralasciate la Cappella dei Santi Martiri, che si trova in fondo alla navata destra.
Anche questa cappella è davvero particolare, perché al suo interno sono conservati i resti dei caduti che difesero Otranto durante l’assedio dei Turchi del 1480.
800 cittadini che persero la vita per difendere la loro città e che non rinnegarono mai la loro fede cristiana.
Due rampe di scale vicino alla cappella portano alla cripta dell’XI secolo divisa in cinque navate da 72 colonne e pilastri. Le colonne sono tutte diverse tra loro per forma e per materiale utilizzato. Lo si capisce meglio confrontando i capitelli, tutti di epoche diverse e quindi di stili differenti, ma tutti comunque bellissimi.
A malincuore lasciamo la cattedrale, ma sappiamo già che Otranto ci riserverà altre sorprese.
Chiesetta della Madonna dell’Altomare
Otranto – Cosa vedere
Dopo questa meraviglia, continuiamo la nostra passeggiata fino alla caratteristica Chiesetta della Madonna dell’Altomare, del XVII secolo, arroccata su uno sperone di tufo a picco sul mare.
Anche questa volta, l’interno non ci delude. Tutte le decorazioni richiamano la tradizione marinara.
Alla Madonna dell’Altomare è legata una tradizione: durante l’assedio dei Turchi del 1480, la statua della Madonna venne rubata. Una giovane ragazza supplicò il Califfo di restituire il maltolto, offrendo in cambio la propria libertà. La statua venne lasciata in una barca in mezzo al mare, ma giunse comunque a riva, entrando nel porto tra le grida di gioia dei fedeli.
E’ arrivato il momento di lasciare Otranto, un po’ a malincuore, lo ammetto. L’istinto sarebbe quello di tornare dentro la cattedrale e vedere ancora una volta il bellissimo mosaico, ma non c’è tempo, ci sono ancora troppe cose da vedere e non vogliamo perderci niente.
Un suggerimento: a pochi chilometri da Otranto ci sono il Faro di Punta Palascia e l’ex Cava di Bauxite.
Ritagliatevi un po’ di tempo perché sarebbe un peccato lasciare la Puglia senza vedere queste meraviglie.
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