Lago Nambino, tra leggenda e realtà
Lago Nambino
Da piccola passare le vacanze estive a Pinzolo era un must. Un anno mi comprarono un libro. Me lo ricordo ancora, benissimo: “Le più belle leggende del Trentino Alto Adige”.
Una di queste leggende narrava di un drago nascosto nelle acque del Lago Nambino, che seminava il terrore in Val Rendena. Quando due cacciatori trovarono il coraggio di affrontarlo e lo uccisero, scoprirono che in realtà il drago… la draghessa… aveva assalito le sue prede solo per difendere l’uovo che aveva in grembo.
Fatta questa piccola premessa, volevo fare conoscere anche a voi quel suggestivo laghetto che tanto mi piaceva da bambina e che adoro tuttora.
12 agosto 2017, una giornata al lago
Lago Nambino
Dopo tanto caldo, la voglia di fresco si fa sentire e quale migliore idea se non una gita in montagna? La Val Rendena ci aspetta!
Cagnolino al seguito, alle 7 siamo in macchina.
In condizioni normali, Pinzolo si raggiunge da Bologna in circa tre ore e mezza, ma il 12 agosto… beh, sì… ci abbiamo messo un po’ di più.
Finalmente a Pinzolo, panini pronti per il pranzo a sacco e via verso Madonna di Campiglio.
Come arrivare
Lago Nambino
Arrivando da Pinzolo, dopo la galleria di Madonna di Campiglio, c’è un bivio e imboccando la strada a sinistra, si arriva al parcheggio.
Se invece provenite da Passo Carlo Magno, passate il punto di partenza della telecabina del Grostè e, dopo circa un chilometro, prendete il primo bivio che trovate alla vostra destra.
Lasciata l’auto al parcheggio, si cammina per circa 10 minuti lungo una strada sterrata che porta al sentiero vero e proprio.
Pronti, via!
Lago Nambino
Ci immergiamo nel cuore del Parco Naturale Adamello-Brenta.
Il percorso è piuttosto semplice, anche se leggermente in salita. Si parte da un’altezza di 1634 metri e si raggiungono i 1768 metri.
Pausa a metà percorso per scattare qualche foto e si riparte.
Tommy va su liscio come l’olio… va beh… tranne qualche scivolone… d’altra parte il cane assomiglia o no al padrone?
In circa mezz’ora siamo a destinazione.
Mi ricordo che da piccola mi piaceva tantissimo guardare la teleferica che passava sopra le nostre teste durante il percorso. Oggi però non c’è. Peccato!
Alla fine del sentiero una distesa verde,
Si può dire che venissi qui solo per vederla. Non so perché, ma mi ha sempre attirato tantissimo.
E’ arrivato il momento di decidere sul da farsi.
Da qui si potrebbe continuare e le alternative sono diverse: o proseguire verso la Malga Patascoss, o verso Pradalago. Mi piacerebbe scegliere quest’ultima opzione, ma per arrivare servirebbe più di un’ora e il tempo a nostra disposizione non è tantissimo… in più il sentiero è tutto in salita… e non sono così sicura che Tommy ne abbia voglia.
Magari la prossima volta, evitando il traffico, potremmo addirittura fare il giro completo dei Cinque Laghi.
Così decidiamo per un giretto intorno al lago e scegliamo un posticcino al sole per fermarci a mangiare i nostri succulenti panini. Anche Tommy vuole la sua parte e aspetta solo che io mi distragga per azzannare il suo pasto… ma era il mio!!!
Sazi, riprendiamo il giro.
Da tutte le angolazioni la vista è sempre spettacolare.
Il ritorno
Lago Nambino
Si è fatto tardi, è il momento di tornare al parcheggio.
Con calma, però, perché la discesa è sempre il mio terrore. Stavolta neanche un caduta, però!. Sto affinando le mie qualità di montanara provetta…
Prima di tornare a casa, un salto a Pinzolo per comprare strudel e torta di carote al nonno e poi via, dritto fino a Bologna… code permettendo.
Bellissima giornata, il fresco ci voleva proprio e tornare nei posti dell’infanzia ha sempre qualcosa di magico. Bilancio più che positivo!
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