The Lone Star State, uno stato tutto da scoprire
Texas, dove il motto è “Friendship”
Texas – Cosa vedere – Itinerario on the road
Che ne dite di partire con me per un viaggio on-the-road alla scoperta del Texas?
In questo articolo troverete il mio itinerario e alcuni consigli su cosa vedere in questo stato dalle molteplici sfaccettature.
Avevo voglia di un tuffo nell’America vera, quella del Far West, dei cowboy, dei rodei, ma anche quella dei grandi parchi, meno conosciuti ma non meno belli, dell’America che da Houston controlla i grandi lanci, di quell’America meno turistica, meno costruita e più sincera, più autentica. Questo è il Texas, The Lone Star State!
Secondo stato per estensione, secondo per popolazione, secondo tratto più corto della Route 66…. sarà, ma per me il Texas non è secondo a nessuno!
Così ho scelto questo itinerario, mescolando un tratto della Route 66 ai Canyon, le città alla tranquillità della costa, i deserti al Johnson Space Center.
1° GIORNO:
Volo BOLOGNA – DALLAS
DALLAS FORT WORTH – DECATUR
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16/03/2016, ore 15.35 Il volo LH438 atterra in perfetto orario al Dallas Fort Worth.
Poco più di un’ora per il controllo passaporti, recuperiamo la valigia e cerchiamo la navetta che ci porta all’autonoleggio.
Per la prima notte abbiamo scelto un hotel a Decatur, distante circa un’ora dall’aeroporto, così domani mattina non dobbiamo districarci nel traffico di Dallas, ma possiamo iniziare la nostra avventura già avvantaggiati.
Anche se quando arriviamo siamo un po’ stanchi, decidiamo di non chiuderci subito in albergo. Quale idea migliore se non uno spuntino da Taco Bell? Così… giusto per entrare subito nello spirito texano. E proprio lì vicino c’è anche un CVS, così possiamo fare un po’ di scorte d’acqua.
Adesso basta, però. Per me è già troppo tardi, inizio a non tenere gli occhi aperti, è ora di andare a nanna. Domani ci aspettano molte ore di macchina e la sveglia suona presto.
2° GIORNO:
DECATUR – SHAMROCK – MCLEAN – ALANREED – GROOM – AMARILLO – VEGA – ADRIAN
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In realtà non c’è assolutamente bisogno della sveglia. Un po’ a causa del fuso, un po’ per la smania di iniziare a tutti gli effetti la vacanza, stamattina apro gli occhi all’alba. Uno sguardo fuori dalla finestra e… il nero più assoluto… tempesta in arrivo!
La mia intuizione è confermata dal ragazzo della reception, che al momento del check-out non esita ad metterci in guardia: “Watch the storm!”.
Ma la fortuna sembra dalla nostra parte. Appena partiti, ci imbattiamo subito nella tempesta, che però va in direzione opposta alla nostra, quindi è giusto una questione di pochi minuti e all’orizzonte iniziamo ad intravedere il sole.
Dopo circa tre ore e mezza siamo a Shamrock e da qui ha inizio il nostro viaggio alla scoperta della Route 66.
ROUTE 66
Shamrock
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Oggi è il 17 marzo, giorno della festa di San Patrizio, patrono dell’Irlanda e anche se siamo in Texas, questa festa non passa certo inosservata, perché Shamrock è la città degli immigrati irlandesi per eccellenza.
La prima cosa che mi colpisce è la grande torre idrica che svetta sul centro abitato. In effetti, è la più alta del Texas. Sapete che qui ogni cittadina ne ha una?
Andiamo subito verso il “Crocevia d’America”, dove l’Interstate 40 e la Highway 83 si incontrano.
Old Route 66 VS Interstate 40
Mmm… sembra anche a voi di averli già visti? Se siete amanti dei cartoni Disney come me, non potete sbagliarvi: Cars! Ma Cricchetto dov’è? C’è anche lui, basta solo curiosare un po’ nei paraggi per trovarlo.
All’interno dell’U-Drop Inn, c’è il Visitor Center, con suo il negozio di souvenir e una caffetteria allestita per l’occasione in pieno stile irlandese. La signora che lo gestisce è molto cordiale e ci spiega quante più cose possibili sulla Route 66. Da qui iniziamo a capire perché il motto del Texas è “Friendship”!
Qualche foto di rito e ci rimettiamo in auto. Direzione: McLean.
McLean
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Siamo subito attirati dal Devil’s Rope Museum, il Museo del Filo Spinato. Piccolo, ma veramente originale, con entrata a offerta libera, merita una visita.
Non tanto distante, il primo distributore della Phillips 66 in Texas attira la nostra attenzione. Attivo dal 1929 al 1977, è lo sfondo ideale per qualche fotografia.
Phillips 66 Gas Station
Dieci minuti più tardi attraversiamo Alanreed, una piccolissima cittadina che vanta il suo distributore restaurato grazie al contributo dell’Associazione Historic Route 66.
Dopo Alanreed, è la volta di Groom.
Groom
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Se prima vi ho detto che mi aveva colpito la cisterna di Shamrock, quella di Groom è decisamente un simbolo per texani e turisti. Questa volta evito la classica foto modello “Torre di Pisa” e a malincuore risalgo in auto.
Britten Leaning Water Tower
La Britten Leaning Water Tower non è la sola icona di Groom. Il primato spetta alla Giant Cross, la croce più grande dell’emisfero occidentale.
Neanche un’ora di macchina e raggiungiamo il Comfort Inn e Suites Medical West di Amarillo, dove alloggiamo questa notte. Alleggeriti dei bagagli, ci rimettiamo subito in macchina alla volta del mitico Cadillac Ranch.
Cadillac Ranch
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Armiamoci di bomboletta spray e via a dare il nostro tocco a questa curiosa opera d’arte contemporanea a cielo aperto.
Cadillac Ranch
Dieci Cadillac sistemate in modo da sembrare piantate nel terreno sono da sempre una delle attrazioni principali della Mother Road e noi non potevamo di sicuro sottrarci.
Dopo il Cadillac Ranch, è la volta di Vega, con il suo Dot’s Mini Museum e l’immancabile stazione di servizio.
Adrian
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Adrian è la vera punta di diamante dalla Mother Road, il suo centro. Beh, ormai abbiamo visto il suo punto finale al Pier di Santa Monica, il punto intermedio… sarebbe ora di organizzare un viaggetto a Chicago…
Adrian
Ma bando alle ciance, il MidPoint Cafè è chiuso e sfuma l’idea di uno spuntino. Oggi siamo stati talmente presi dal nostro itinerario che ci siamo dimenticati di pranzare.
Dopo le foto di rito, ci rimettiamo in auto per tornare ad Amarillo.
Di fronte al nostro albero c’è un locale molto carino e decidiamo di cenare lì. Hamburger, anelli di cipolla e patatine fritte… cosa c’è di meglio?
La giornata è stata intensa e ci stiamo rendendo conto degli spazi immensi del Texas. L’impatto è stato più che positivo e la Route 66 ha catturato tutto il mio interesse.
3° GIORNO
AMARILLO – PALO DURO CANYON – PLAINVIEW
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Come di consueto, sveglia all’alba, tanto caffè e subito in macchina. Da Amarillo al Palo Duro impieghiamo circa un’ora.
Palo Duro Canyon
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Il ranger all’entrata del parco è molto cordiale e ci avverte che oggi è una giornata piuttosto fredda. Come dargli torto… appena scendiamo dall’auto, un vento fortissimo ci prende di sorpresa e perfino scattare qualche foto sembra impossibile.
Palo Duro Canyon
Ma non ci arrendiamo, risaliamo in macchina e decidiamo di fare almeno uno dei percorsi consigliati, quello più caratteristico, il Lighthouse Trail.
Mentre raggiungiamo in auto l’imbocco del sentiero, il vento è un calato e lungo il percorso ne approfittiamo per scattare altre foto.
Eccoci arrivati al parcheggio. Pronti a percorrere 6 miglia?
Lighthouse Trail
Texas – Cosa vedere itinerario e consigli
Il panorama che inizia a delinearsi davanti a noi ci fa già intuire che la nostra fatica sarà ampiamente ripagata.
Lighthouse Trail
Ma questo è solo l’inizio, perché passo dopo passo ci immergiamo totalmente in quello che ci circonda. Il colore rosso che ci avvolge mi affascina totalmente. Questo è il Texas che immaginavo.
Poco dopo, il Capitol Peak con le sue striature rosse, gialle e arancioni si staglia davanti a noi.
Spanish Skirts e Capitol Peak
Ancora un po’ e il Lightouse fa capolino, ma per raggiungerlo c’è la parte più impegnativa del percorso, dove il terreno di sabbia rossa fa si che l’aderenza non sia delle migliori.
Ma quando ci troviamo davanti il Lighthouse, smetto di brontolare e mi godo a pieno questa meraviglia della natura.
Lighthouse
Adesso arriva la parte più interessante: la discesa. Indovinate quanto ho resistito in piedi? Il tempo di un battito di ciglia e via modello “bob” fino in fondo. Le risate si sono sprecate, ma per fortuna gli spettatori non erano molti…
Tra una passeggiata e l’altra, è ora di andare verso l’albergo, il Reddy Hotel di Plainview. Se vi devo dire la verità, questo albergo non mi è piaciuto particolarmente, ma in zona non c’è molta scelta.
Il punto forte, però, è il ristorante tex mex nelle vicinanze: il Jalisco, dove abbiamo mangiato burritos e tacos a gogo.
4° GIORNO
PLAINVIEW – CAPROCK CANYON – MIDLAND
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Anche oggi la nostra giornata è all’insegna della natura e il Caprock Canyon ci aspetta. E’ vero che è domenica, ma la strada davanti a noi è completamente deserta. Record assoluto: 1.15 h di strada, 90 km percorsi senza incontrare anima viva.
Caprock Canyon
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Al Visitor Center ci hanno subito messo in guardia dai veri padroni del parco, i bisonti. Distanze di sicurezza, attenzione ad eventuali attraversamenti, velocità assolutamente ridotta lungo le strade del parco.
Ed eccoli lì! Una mandria di bisonti intenti a pascolare serenamente. Non sembrerebbero poi tanto pericolosi, ma ovviamente non ci avviciniamo e le foto le scattiamo direttamente dalla macchina, con lo zoom al massimo delle sue possibilità.
Bisons al Caprock Canyon
Tra uno stop e l’altro, passano più di un paio d’ore e ci ritroviamo nel punto finale della strada, da dove parte l’Upper Canyon Loop Trail.
Ma il tempo a nostra disposizione non è molto, quindi ritorniamo verso i Visitor Center per poi lasciare il parco alla volta di Midland, che dista quasi 4 ore.
La strada è lunga, ma sono talmente attratta da tutto quello che mi circonda che arrivo all’Hawthorn Suites by Wyndham Midland senza battere ciglio.
5° GIORNO
MIDLAND – MONAHANS SANDHILLS STATE PARK – FORT STOCKTON – FORT DAVIS – MARFA – ALPINE
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Il quinto giorno è quasi interamente dedicato Far West più tipico, ma la nostra prima tappa è il Monahans Sandhills State Park. Percorriamo circa 85 km della I-20 e siamo all’entrata del Parco.
Monahans Sandhills State Park
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Al contrario di quello che sembra, questo curioso parco non è un deserto, ma una zona semi-arida con presenza di acqua nel sottosuolo, dove le dune raggiungono 21 metri di altezza. E’ un paradiso per i più piccoli… e non solo… scorazzare su e giù per le dune è un divertimento assicurato.
Monahans Sandhills State Park
Proseguiamo ancora per un piccolo tratto lungo la I-20, fino ad imboccare la TX-18 South che ci porta a Fort Stockton.
Fort Stockton
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In realtà, la città vera e propria non è quella che interessa a noi. Preferiamo indubbiamente la “Historic Fort Stockton”. Venite con me a visitarla.
Passiamo dalla Corte di Giustizia al Museo di Annie Riggs, dal Grey Mule Saloon alla casa più vecchia di Fort Stockton.
Corte di Giustizia – Grey Mule Saloon – Casa più vecchia
Non ultimi, la prigione e il forte.
Terminata la visita, è la volta di Alpine, dove alloggiamo questa notte. Abbiamo scelto l’Holiday Inn Express.
Ma è appena primo pomeriggio e la giornata riserva ancora sorprese. Decidiamo di andare verso Fort Davis, altra città tipica del West.
La strada per raggiungerla è sicuramente molto suggestiva e mi affascina oltremodo. In Texas ho proprio la sensazione di essere piccolissima e da sola in mezzo al niente… e questa sensazione mi piace molto.
Fort Davis
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A Fort Davis facciamo un giretto veloce, tra la Jeff Davis Country Courthouse e il Drug Store, il tutto sviluppato lungo Main Street.
Fort Davis
E’ lunedì pomeriggio e i locali sono per la maggior parte chiusi, ma la commessa di un negozio di souvenir ci consiglia di spostarci a Marfa, dove la serata potrebbe essere sicuramente più vivace.
Marfa
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Seguiamo il suo consiglio, ma la città è praticamente deserta. Sarà perché non è ancora calata la sera e le famose luci misteriose di Marfa non si sono ancora levate alte nel cielo.
Conosciuta da molti per il libro di Cormac McCarthy “Non è un paese per vecchi”, Marfa è stata anche set di molti film, primo tra tutti “Il Gigante”, con Elisabeth Taylor, Rock Hudson e James Dean.
Marfa
Anche oggi i km da percorrere sono tanti, così ci alziamo presto e ci mettiamo in auto in direzione Terlingua, la città fantasma ai piedi del Big Bend National Park.
Terlingua
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Con le sue rovine, il cimitero, le auto abbandonate, a Terlingua si respira il clima delle città minerarie di frontiera.
Terlingua
Il Terlingua Trading Company è un negozio ricco di manufatti, souvenir e qualsiasi cosa si voglia che riguardi la zona. A fianco è lo Starlight Theatre, oggi adibito a ristorante.
Big Bend National Park
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Poco distante da Terlingua, al confine con il Messico, è il Big Bend National Park, che copre una vastissima area per la maggior parte desertica.
Big Bend National Park
Imbocchiamo la Ross Maxwell Scenic Drive, lunga 48 km, che da Santa Elena Junction attraversa una natura veramente incontaminata, con punti panoramici di notevole bellezza, fino a raggiungere il Santa Elena Canyon.
Sotol Vista – Tuff Canyon
Castolon, con il suo Harmonia Store, è un toccasana per una sosta. Quest’area del parco è sicuramente una delle più significative per quello che riguarda gli insediamenti. Abitata fin dagli inizi del 1900 da contadini che qui avevano edificato le loro fattorie, divenne base per i militari che difendevano la zona dai fuggiaschi messicani.
Castolon
Adesso però si è fatto tardi. Il parco è molto vasto e ci vorrebbero più giorni per visitarlo interamente, ma non abbiamo abbastanza tempo e ci accontentiamo di aver toccato i punti principali.
Solo per raggiungere l’uscita nord del parco, il Parsimmon Gap, impieghiamo quasi due ore.
Siamo molto vicini al confine con il Messico e sulla US-385 ci ferma la polizia di frontiera per alcuni controlli. La strada è completamente deserta. Noi e loro… il senso di tranquillità che mi pervade già da alcuni giorni, momentaneamente mi abbandona… tutto, però, va per il verso giusto e dopo qualche minuto ripartiamo.
Quattro ore più tardi siamo a Sonora, dove alloggiamo al Best Western Sonora Inn. E’ sera inoltrata e per la cena scegliamo un locale tipico poco distante dall’albergo, il Sutton Country Steak House, dove la cotoletta di pollo è la regina indiscussa.
Stanchi morti, ma con la pancia piena, rientriamo in albergo e buonanotte!
7° GIORNO
SONORA – BANDERA – SAN ANTONIO
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Per fortuna oggi è una giornata tranquilla. Dopo tutti i km macinati in auto ieri, ho voglia di sgranchirmi le gambe e di passeggiare un po’.
Bandera
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Solo un paio d’ore ci separano da Bandera, definita la Capitale dei Cowboys, tipica cittadina texana dove abbiamo lasciato il cuore.
Bandera
Ma dopo tanta natura, città fantasma e strade deserte, ho voglia di un po’ di cemento e la prossima tappa soddisfa decisamente i miei bisogni: San Antonio ci aspetta!
Alloggiamo al Comfort Suites Medical Center Near Six Flag per due notti. Lasciati i bagagli in albergo, andiamo subito alla scoperta della città.
San Antonio
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Prima tappa: Alamo. Missione fondata dagli spagnoli con lo scopo di convertire i nativi americani al cristianesimo, divenne successivamente una fortificazione. Qui alcune centinaia di texani persero la vita per difendere il forte dalle truppe messicane.
Alamo
Colori, profumi, suoni… tutto mi riporta alla mente la Spagna. Sicuri di essere veramente in America?
Dopo un po’ di shopping nella famosa Historic Market Square, ritorniamo verso il Riverwalk, dove all’Hard Rock Cafè compriamo l’immancabile orso che va ad arricchire la già ben fornita collezione.
Il pomeriggio è passato velocemente ed è quasi ora di cena, ma non abbiamo voglia di spostarci molto per cercare chissà quale locale, così decidiamo per un hamburger da Wendy’s. Imbattibile Baconator!
8° GIORNO
SAN ANTONIO – AUSTIN – SAN MARCOS – SAN ANTONIO
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giretto per le strade della capitale… e pomeriggio interamente dedicato allo shopping più sfrenato al San Marcos Outlet, con tappa da Johnny Rockets per l’immancabile “Route 66”, il mio hamburger preferito. Non voglio pensare a quando dovrò mettere tutto quello che ho comprato in valigia…
9° GIORNO
SAN ANTONIO – GOLIAD – PORT LAVACA
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Oggi ci spostiamo verso la costa. La prima sosta è al Goliad State Park.
Goliad State Park
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Appena arrivati andiamo subito al Visitor Center per i biglietti di ingresso. Ad accoglierci troviamo due rangers molto socievoli che vogliono sapere tutto di noi, di come mai abbiamo scelto il Texas come meta delle nostre vacanze, cosa ci piace dell’America, quali differenze troviamo rispetto all’Italia e così via. Ne approfittiamo per chiedere qualche informazione sul sito che ci accingiamo a visitare e le risposte esaurienti non mancano.
La Missione di Nostra Signora dello Spirito Santo si trasferì qui nel 1749 e da allora, per oltre 70 anni, i missionari insegnarono ai nativi tutto quello che serviva loro per diventare buoni cristiani .
La prima cosa che si incontra entrando nel parco, è la chiesa.
Goliad State Park
Alle spalle è la ricostruzione del vecchio complesso, completamente immerso nel verde e mentre una scolaresca ne approfitta per fare lezione all’aperto, ci facciamo un giro per il parco.
Torniamo al Visitor Center per salutare le nostre due nuove amiche e ci rimettiamo in macchina in direzione di Port Lavaca, dove alloggiamo per altre due notti. Abbiamo scelto La Quinta Inn & Suites, una delle nostre catene di alberghi preferite. I prezzi sono un po’ elevati, ma il servizio è ottimo.
Port Lavaca
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Port Lavaca non ha tanto da offrire, se non la Formosa Wetland Walkway, bellissima passeggiata sulla baia, dove si possono ammirare numerosissime specie di uccelli.
Wetland Walkway
E’ vero, di uccelli ce ne sono davvero parecchi e alcuni mai visti prima.
Terminata la passeggiata, ci spostiamo con l’auto a Port O’Connor, che però non ci entusiasma. Giretto veloce e un po’ di riposo in albergo.
Per la cena scelgo un locale tipico, il Texas Traditions. Tutto squisito, le nostre aspettative non sono state deluse. Raccomandatissimo! … mi sa che torniamo anche domani.
10° GIORNO
PORT LAVACA – ARANSAS NATIONAL WILDLIFE REFUGE – ROCKPORT – PORT LAVACA
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Oggi la giornata prevede una bella immersione nella natura dell’Aransas National Wildlife Refuge, distante circe 70 km da Port Lavaca. In poco più di un’ora e mezza raggiungiamo il Visitor Center, facciamo i biglietti e siamo pronti per iniziare.
Aransas National Wildlife Refuge
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Non facciamo in tempo a parcheggiare l’auto che subito la fauna locale si fa notare e un alligatore fa capolino dall’acqua.
Ok le meraviglie della natura, ma non è che possiamo aspettare? No, tutto inutile… non accenna ad andarsene… prendo il coraggio a quattro mani e gli passo a fianco… pare non si sia neanche accorto di me.
Altro giretto in auto per il parco e ritorniamo verso l’uscita.
Direzione: Rockport.
Rockport
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Rockport è una cittadina costiera molto carina affacciata sull’Aransas Bay, che con il suo Museo Marittimo, è meta di molti turisti. Visto che il sole splende alto, ne approfittiamo per sdraiarci in spiaggia e rilassarci un po’.
Ma io ferma non riesco a stare e dopo un po’ sono già pronta per ripartire.
Andiamo a Port Aransas? Forse è meglio di no… la lunga fila all’imbarco del traghetto ci fa desistere dall’intento e così ritorniamo in albergo.
Per la seconda sera consecutiva, torniamo a cena da Texas Traditions.
11° GIORNO
PORT LAVACA – WEBSTER – BEAUMONT – WEBSTER
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Oggi la giornata è interamente dedicate al divertimento più sfrenato, A Beaumont, c’è una tipica fiera texana con tanto di Rodeo. Potrei mai mancare? I 340 Km che ci separano da Beaumont non sono certo un deterrente, tanto più che per questa notte pernottiamo a Webster, proprio sulla strada… Guarda a volte le coincidenze!
Beaumont e il rodeo
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Capisco subito che questo è il posto che fa per me: colori, divertimento, musica…
Luna Park a Beaumont
Oggi è la nostra ultima giornata di vacanza in Texas e per il gran finale ci vuole il botto! Quale idea migliore che la visita al Johnson Space Center? Sì… proprio quello di “Houston, c’è un problema…”
Johnson Space Center
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Appena scesa dall’auto, rimango subito senza fiato: davanti a noi il Boeing 747 e lo Shuttle Indipendence in tutta la loro imponenza.
Welcome to Johnson Space Center
Alle pareti pannelli illustrativi sulle Missioni Apollo rapiscono tutta la mia attenzione.
Terminato il tour, andiamo subito verso l’Indipendence, copia 1:1 dello Space Shuttle originale. Per me è uno spettacolo incomparabile! Salgo, scendo, risalgo, riscendo. Non voglio perdermi neanche un particolare di questa meraviglia.
Indipendence
La città di Galveston, a poco più di 50 km da Webster, è sorta sull’isola omonima, collegata alla terraferma da un ponte.
La cittadina è molto carina, probabilmente adatta a chi cerca un po’ di relax fuori dal traffico di Houston.
Una passeggiata sul molo, gli ultimi souvenir e purtroppo la nostra vacanza è finita.
E’ arrivato il momento di ritornare in albergo e sistemare le valige – con tutto quello che ho comprato all’outlet sarà un’impresa – perché domani si riparte. Bologna, arrivo!
About Texas
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Devo dire che fino a questo momento, il Texas è lo stato americano che più ha rispecchiato le mie aspettative.
Un’America più autentica, dove per la prima volta ci siamo trovati faccia a faccia con le realtà locali. Per noi è impensabile che prima di entrare in un ristorante sia necessario lasciare le armi in una cassetta di sicurezza, simile a quelle nostri supermercati, dove lasciamo la spesa che abbiamo fatto in precedenza. Per i texani è la normalità.
E poi i km e km di strade deserte senza anima viva e dove il telefono di sicuro non prende. Da soli in mezzo al niente. Bellissimo e inquietante allo stesso tempo.
Ancora, i contrasti tra le grandi città, i piccoli centri abitati e gli spazi immensi delle praterie.
Tutto perfettamente amalgamato, tutto meravigliosamente americano.
Noi abbiamo percorso solamente una piccola parte del Texas, perché questo è veramente uno stato molto esteso, quindi nei miei progetti c’è già un ritorno.
Allora, che mi dite? Vi ho convinto? Piacerebbe anche a voi esplorare un po’ il Texas? Se avete bisogno di qualsiasi consiglio, io sono qui!
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