Alaska, the last frontier
Il mio itinerario alla scoperta dell’Alaska
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
17/09/2017
ANCHORAGE
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Da oggi parte ufficialmente la nostra avventura in Alaska. Di viaggi ne abbiamo fatti… anche troppi, dicono alcuni, ma questa è decisamente una meta insolita e particolare.
E proprio perché questa volta è tutto diverso, vorrei provare a fare un esperimento insieme a voi, a raccontare “in diretta” il mio viaggio nel Paese del Sole di Mezzanotte… Wi-Fi permettendo.
Anchorage, una città tra tradizione e natura
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Dopo una lauta colazione, la nostra giornata inizia con la visita della downtown di Anchorage.
Visto che il nostro albergo, il Clarion Suites, è a soli 20 minuti a piedi dal centro, decidiamo di lasciare l’auto a riposo, almeno per oggi.
Anchorage non è la capitale dell’Alaska, il titolo spetta a Juneau, ma è comunque la città più popolata, anche se a passeggiare qui oggi non si direbbe.
E’ un misto tra un paesone e ha qualche tratto della classica città americana con i mall e qualche grattacielo.
Tra un negozio di souvenir e un altro, arriviamo a Market Piace, dove avrebbe dovuto esserci un mercato di manufatti e prodotti artigianali. In realtà qualcosa c’è, ma in forma molto ristretta, così il nostro giretto si esaurisce velocemente.
Dall’altra parte della strada, però, c’è l’Hard Rock Café. Compriamo l’orso? Nella mia collezione non può certo mancare.
Appurato che Downtown è molto carina, non assomiglia per niente alle classiche metropoli americane, ma non ha tanto da offrire, decidiamo sul da farsi.
Quale idea migliore se non quella di noleggiare una bicicletta da Alaska Pablo’s Bicycle Rental e percorrere il Tony Knowles Coastal Trail?
Ottima idea in effetti, se non fosse che ormai conoscete anche voi la mia avversione per le due ruote. Ma voglio superarmi e, cartina alla mano, salgo in sella alla bici. Si parte!
Tony Knowles Coastal Trail
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Il Tony Knowles Coastal Trail è un sentiero panoramico asfaltato di circa 11 miglia, che parte da 2nd Ave e raggiunge il Kincaid Park, costeggiando il Knik Arm, un corso d’acqua che tocca Anchorage.
Prevalentemente pianeggiante, è adatto a tutti… almeno così scrivono le guide.
Io ho trovato il modo di farmi deridere anche qui.
“You need one more gear!”
Proprio simpatico questo signore che mi sorpassa mentre io arranco in una piccola salita. Non posso dirvi quello che avrei voluto rispondere se solo avessi avuto un po’ più di fiato. Per fortuna ho avuto anche i miei tifosi, come la signora che dopo aver assistito alla scena ha cercato di tirarmi un po’ su di morale: “You are great!” Un tifo da Giro d’Italia, ma senza Maglia Rosa.
Ovviamente avrete già capito che non ho percorso l’intero tragitto, ma ho superato ampiamente la metà.
Sicuramente quello che ho visto merita la fatica che ho fatto.
Unico rammarico, quello di non aver visto i salmoni e le balene, o di non aver incontrato sul mio percorso le alci che qui sono di casa.
Un attimo di meritato riposo per goderci l’ultimo scorcio di questo surreale paesaggio e via, pronti per riconsegnare la bici.
Adesso andiamo alla ricerca di un supermercato per fare scorta di acqua, poi un brevissimo riposino e di corsa a cena.
La prima giornata si è conclusa nel migliore dei modi, con le crocchette al pollo di Wendy’s e tante patatine.
Gli occhi non stanno più aperti, non mi sono ancora abituata alle 10 ore di fuso. Meglio dormire subito, domani si parte di buon’ora, dobbiamo arrivare a Healy.
18/09/2017
THUNDERBIRD FALLS – EKLUTNA – WASILLA – TALKEETNA – HEALY
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Oggi giornata piena, i km da fare sono tanti e ancora di più sono le cose da vedere.
Così, carichiamo velocemente le valige in macchina e partiamo, Stubbs ci aspetta. Se siete curiosi di sapere chi è Stubbs, non vi rimane che continuare a leggere.
Purtroppo il tempo non è dei migliori e quando raggiungiamo l’Eagle River Nature Center piove a dirotto, quindi dobbiamo rinunciare ad avvistare castori e salmoni.
Thunderbird Falls
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Proseguiamo verso le Thunderbird Falls e per fortuna il tempo è più clemente. Dopo aver pagato i 5 dollari del parcheggio, imbocchiamo il sentiero di un miglio che termina con la vista sulle cascate.
Un altro miglio per tornare al parcheggio, giusto il tempo di rimettersi in viaggio ed ecco che ricomincia a piovere.
Prossima tappa: Eklutna Historical Park, a circa un quarto d’ora di distanza dalle cascate.
Eklutna Historical Park
Alaska on the road – Cosa vedere in due settimane
Anche se sapevo di trovarlo chiuso, ho voluto comunque dare una sbirciatina a questo particolare complesso, con il suo cimitero che ospita le coloratissime case degli spiriti, e la chiesa di San Nicola, del 1870. Sapete che è il più antico edificio rimasto ancora intatto nella zona di Anchorage?
Adesso è la volta di Wasilla, che dista da qui solo una ventina di minuti.
Wasilla
Alaska on the road – Cosa vedere in due settimane
Ma perché fermarsi a Wasilla? Per sperare di incontrare Sara Palin, sua illustre cittadina? No! Semplicemente per visitare l’Iditarod Sled Dog Race Headquarters, con il suo piccolo ma interessante museo che illustra la storia delle corse coi cani da slitta.
La signora che gestisce il gift shop si offre anche di farci vedere un video esplicativo, ma per mancanza di tempo dobbiamo rinunciare.
Io però vorrei raccontarvi qualcosa.
Qui in Alaska l’Iditarod – la corsa dei cani con le slitte – è una vera e propria istituzione.
Ma di cosa si tratta?
L’Iditarod in pillole
Alaska on the road – Cosa vedere in due settimane
L’Iditarod è la più famosa gara di cani da slitta, che si svolge ogni anno in Alaska, di solito all’inizio di marzo.
I cani partono da Anchorage e arrivano a Nome.
Date un’occhiata alla cartina per vedere a che distanza si trovano queste due città, intanto ve lo anticipo io: sono circa a 1600 km di distanza l’una dall’altra.
Tutto nacque nel 1925, quando vennero utilizzati i cani per trasportare medicinali contro una fortissima epidemia di difterite che si era diffusa a Nome.
Come si sviluppa la gara? Ogni team è composto dai cani e da un guidatore.
I cani possono essere al massimo 16 e sono diretti dal musher.
Perché i guidatori si chiamano musher? La parola musher deriva dal francese, è un adattamento della parola “marche”. E perché “marche”? Perché i primi guidatori erano del Quebec, quindi parlavano francese, e “marche” era l’ordine che davano ai cani per partire.
Lungo il percorso ci sono delle tappe intermedie, dove i cani possono riposare, essere curati se per caso si feriscono o essere anche sostituiti.
Naturalmente vince chi arriva prima al traguardo, ma la condizione indispensabile è che ci si arrivi con almeno 6 cani.
Tra tutti cani che hanno partecipato all’Iditarod, il più conosciuto è probabilmente Balto, al quale è dedicata una statua a Central Park.
Lasciamo per un po’ l’Iditarod, perché comunque lo ritroveremo diverse volte durante il nostro viaggio, e concentriamoci sulla nostra prossima tappa, Talkeetna.
Talkeetna
Alaska on the road – Cosa vedere in due settimane
Talkeetna è una simpatica cittadina conosciuta dai più per il suo famoso sindaco.
Ora, il sindaco – qual sindaco – purtroppo non c’è più, ma sapete chi era?
Partiamo dal nome. Si chiamava Stubbs. E cosa aveva di particolare? Era un gatto.
Sì, avete capito bene: il sindaco di Talkeetna era un gatto.
Come mai gli abitanti di questo paesino sono arrivati a questo?
Perché erano stanchi – a quanto pare molto stanchi – dei politici locali, quindi un po’ per gioco, un po’ per sfida, nel 1998 elessero come loro sindaco Stubbs, un micione arancione che negli anni è diventato una vera e propria celebrità, attirando un discreto numero di turisti.
Questa è la storia del personaggio più importante di Talkeetna.
Ancora oggi, girando per Talkeetna si è invasi dalle immagini, dalle foto, dalle cartoline di Stubbs.
Nel 2017 la carica rimase vacante ma ben presto, per questioni ereditarie, la fascia di sindaco passò al figlio, tale Denali.
Talkeetna è veramente carina, forse un po’ troppo turistica, ma sarebbe stato un peccato non passare da qui.
Unico neo, la pioggia battente che non mi permette di godermi al meglio questo posto rimasto fermo nel tempo.
Se solo avesse piovuto meno, avremmo potuto fermarci almeno in alcuni dei tanti punti panoramici che si incontrano lungo la Parks Highway.
Ma eccoci arrivati a Healy. Il nostro albergo non è male, la camera spaziosa e pulita. Ho una gran voglia di dormire, ma prima bisogna cenare.
Andiamo al Rose’s Cafè? È vicinissimo e ho letto che gli hamburger sono buonissimi.
Come non confermare? Gli anelli di cipolla, poi, superano tutto il resto.
Adesso sono veramente distrutta, mi rintano sotto le coperte e con voi ci rivediamo domani. Buona notte!
19/09/2017
DENALI NATIONAL PARK
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
La giornata inizia prestissimo, colpa del fuso al quale non mi sono ancora abituata.
Alle 7.00 sono già pronta per fare colazione da Rose’s… e che colazione! Due panini con uova, salsiccia e cheddar.
Bisogna essere in forma per affrontare questa giornata al Denali National Park.
Denali National Park
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Il Denali è il Parco Nazionale Americano più esteso. Ben 24585 kmq che se paragonati per esempio con i 22446 kmq dell’Emilia Romagna, fanno davvero impallidire.
L’ingresso del parco dista una decina di minuti da Healy. Stamattina il tempo è decisamente migliorato. Ogni tanto qualche goccia, ma sembra che abbia tutta l’intenzione di smettere e in effetti, quando alle 9.30 usciamo, della pioggerellina non c’è più traccia.
Siamo all’imbocco di Park Road, la strada che ci porta al Visitor Center e da lì attraversa tutto il parco. Purtroppo, da metà settembre i bus che portano a Kantishna non operano più e con la propria auto è possibile arrivare solo al 14° miglio, in prossimità del Savage River.
Dopo aver chiesto qualche consiglio ai rangers, come sempre molto disponibili, decidiamo di imboccare il Triple Lakes Trail, un sentiero di quasi 9 miglia che inizia dopo il ponte sul torrente Hines.
Triple Lakes Trail
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere
La natura è molto varia, il luogo particolarmente selvaggio, a parte noi non ci sono altri turisti. Non percorriamo interamente il sentiero, ci vorrebbero circa 8 ore e il rischio è quello che ricominci a piovere da un momento all’altro.
Per i più temerari, posso aggiungere che una volta arrivati al McKinley Village Lodge, è possibile ritornare al Visitor Center con il bus, al costo di soli 5 dollari.
Anche noi siamo ritornati al Visitor Center, ma non siamo ancora stanchi di camminare e il rischio pioggia sembra scongiurato. Le indicazioni per il Taiga Trail sono proprio davanti a noi. Andiamo!
Taiga Trail
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Questo è un sentiero di quelli che le guide definiscono facili, 1,6 miglia attraverso la foresta. Decisamente alla portata di tutti, anche alla mia, che non posso certo definirmi un’atleta.
Portiamo a termine il nostro percorso e raggiungiamo il parcheggio. Si parte! Via, fino al miglio 14!
Lungo la strada si apre davanti a noi un panorama mozzafiato.
Oltrepassiamo il Park Headquarter e proseguiamo fino alla zona nella quale è più probabile incontrare le alci, ma delle alci nessuna traccia. Peccato, mi sarebbe piaciuto vederne una da vicino.
Arrivati al miglio 14, la strada è ovviamente chiusa, quindi torniamo verso l’uscita del parco.
La nostra visita al Denali National Park è terminata, ma prima di tornare in albergo, c’è ancora una cosa da fare: vedere il Magic Bus o meglio, la sua copia.
Ma dove si trova? A Healy, proprio vicino al 49th State Brewing Company, la birreria più famosa di questo piccolo paesino.
Healy e il Magic Bus
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Vi ricordate “Into the Wild”, il film di Sean Penn che racconta la storia vera di Chris McCandless, il ragazzo sognatore e idealista che rinuncia a tutte le comodità per vivere libero proprio in Alaska? Bene, questa è la copia del bus utilizzato da Chris come rifugio per l’inverno.
Vi chiederete dove si trova l’originale, giusto? Fino a qualche anno fa si trovava al miglio 28 dello Stampede Trail, poco lontano da Healy.
(Aggiornamento, 2025: se state pensando che sarebbe stato meglio fotografare l’originale, beh… probabilmente avete ragione, ma il percorso per raggiungerlo era talmente pericoloso che nel 2020 il bus è stato spostato per i troppi incidenti successi e non erano ancora troppo in voga i selfie e i reel)
Comunque, posso garantirvi che anche la copia ha il suo fascino e l’interno è da brivido. La sedia vuota davanti, poi, è molto suggestiva.
Bene, anche oggi la giornata è terminata, altra ottima cena da Rose’s e una sistemata alla valigia, perché domani si riparte in direzione di Fairbanks.
20/09/2017
HUSKY HOMESTEAD TOUR – NENANA – NORTH POLE – FAIRBANKS
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Ragazzi, stamattina il termometro segna -1. Ci vuole un bel caffè caldo per affrontare al meglio questa giornata. E non vogliamo mangiare anche un bel toast con prosciutto e formaggio? Bisogna essere in forma. Il freddo, si sa, fa bruciare molte calorie.
Husky Homestead Tour
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Anche se un po’ troppo all’ultimo momento, per oggi abbiamo prenotato l’Husky Homestead Tour, una gita nel famoso allevamento di cani da slitta di Jeff King.
Ad accoglierci troviamo decine di meravigliosi cuccioli.
Vorrei portarli tutti a casa, ma forse Tommy non la prenderebbe bene.
Il tour inizia con una spiegazione su come è gestito l’allevamento e su come vengono addestrati i cani.
Uno su tutti, Kroner, punta di diamante di un team vincitore di un Iditarod.
Forse vi aspettavate di vedere il classico husky dal pelo bianco e nero e con gli occhi azzurri ghiaccio.
Beh, sinceramente anche io, ma sbagliavo. Quelli sono gli Husky Siberiani, mentre qui troviamo gli Husky Alaskani, molto diversi dagli altri, con il pelo che può essere sì bianco e nero, ma anche sabbia, grigio e rosso.
Terminata questa prima presentazione, entriamo nell’edificio dove ci vengono illustrate le fasi principali dell’Iditarod, la famosa corsa con i cani da slitta che si tiene ogni anno all’inizio di marzo. Da Anchorage fino a Nome, 1049 miglia, una slitta, 16 cani, strategie diverse, un solo campione!
La spiegazione è molto coinvolgente, dinamica e a tratti anche divertente.
Dopo un breve filmato, ecco comparire Jeff King, quattro volte campione dell’Iditarod. A lui vengono fatte le ultime domande e con la consueta vendita dei souvenir si conclude la nostra visita che, devo dire, ho trovato particolarmente interessante.
Salutiamo Healy e puntiamo il navigatore verso Fairbanks, ma prima facciamo una sosta a Nenana.
Nenana
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Perché fermarsi proprio qui, in questo piccolo paesino di appena quattrocento abitanti?
Perché Nenana, al contrario di quello che si potrebbe pensare, è ricca di storia.
All’inizio del 1900 divenne la base dell’Alaska Railroad e attualmente ospita il piccolissimo ma davvero interessante Alaska State Railroad Museum, che espone oggetti legati alla storia della ferrovia e alla corsa all’oro.
Come raggiungere l’Alaska State Railroad Museum? Semplicissimo! Si trova proprio all’interno della stazione ferroviaria, al termine di A Street. Non potete sbagliare.
Ma questo museo non è l’unica attrazione di Nenana.
Qui si svolge il Nenana Ice Classic. Non sapete di cosa si tratta? È presto detto: è una lotteria.
Cosa bisogna fare per vincere? Bisogna indovinare il momento esatto in cui il ghiaccio del Tanana River si scioglierà.
Si acquista un biglietto, si scrive sopra al biglietto data, ora e minuto presunto dello scioglimento del ghiaccio e si spera di vincere, anche perché il premio è decisamente consistente.
Come è nata questa lotteria? Per noia. Tutto ebbe inizio nel 1906, quando 6 ingegneri della ferrovia che si trovavano a Nenana decisero di ingannare il tempo cercando di indovinare quando si sarebbe sciolto il ghiaccio del Tanana River.
Da qual momento fu un crescendo e oggi questa è una delle lotterie più famose degli Stati Uniti.
È il momento di lasciare Nenana e di dirigerci a Fairbanks, una delle maggiori città dell’Alaska. A dire il vero non è grandissima, ma commercialmente ha molto più da offrire rispetto agli altri centri urbani della zona.
Per due notti alloggiamo al Regency Fairbanks Hotel, sulla 10th Ave, praticamente in quella che si potrebbe definire Downtown.
North Pole
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Visto che la nostra camera non è ancora disponibile, saltiamo di nuovo in auto e via, verso North Pole, dove c’è la Casa di Babbo Natale.
A dire la verità, più che una casa, questo è un immenso negozio di oggetti natalizi e gadget di ogni tipo. Un vero paradiso per me, tanto che per farmi uscire devono trascinarmi quasi a forza.
Dobbiamo tornare a Fairbanks, abbiamo già fatto abbastanza acquisti.
Fairbanks
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Una volta fatto il check-in siamo nuovamente pronti per uscire. Non perdiamo tempo e andiamo in Golden Heart Plaza, sulla sponda del Chena River. Al centro della piazza è una statua che ricorda i primi asiatici giunti in Alaska.
La zona non è particolarmente frequentata. Che fare? Visto che tanto per cambiare piove, rinunciamo all’idea di andare a Pioneer Park e ritorniamo verso l’albergo. Tra poco si cena, ma qui non c’è molto di caratteristico. Lungo Airport Way ci sono tantissimi fast food, troveremo sicuramente quello che fa al caso nostro.
A domani, per esplorare insieme parte della Dalton Highway.
21/09/2017
DALTON HIGHWAY
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Oggi lo scopo della giornata è uno e unico: raggiungere il Circolo Polare Artico percorrendo la mitica Dalton Highway.
Quattro chiacchiere sulla Dalton Hwy
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
La Dalton Hwy, o Route 11, è una delle strade più famose dell’Alaska, parte da Livengood, sopra Fairbanks, e arriva a Deadhorse, un paesino vicino all’Oceano Artico.
E’ lunga 666,3 km, attraversa il Circolo Polare Artico e, altra cosa da dire subito, questa strada è strettamente legata ad un oleodotto, il Trans Alaska Pipeline, un oleodotto che attraversa l’Alaska e di cui vi parlerò tra un po’.
E’ una strada isolata, per km e km non si incontra nessuno, lungo la maggior parte del percorso, il telefono non prende, non ci sono telefoni pubblici, si comunica solo via radio o con telefoni satellitari, quindi i comuni mortali come noi sono completamente isolati. Oltretutto, come succede per molte altre strade dell’Alaska, non è completamente asfaltata, a tratti è ricoperta di terriccio, è stretta, con molte curve e tanti saliscendi.
Addirittura, negli ultimi 386 non ci sono benzinai, non ci sono ristoranti, non ci sono alberghi è una situazione molto al limite, quindi bisogna essere attrezzatissimi per percorrere la Dalton Hwy da soli.
Detto questo, si pone un quesito: tentare la fortuna e andare con la nostra auto, affrontando almeno 12 ore di guida in una sola giornata, o essere più prudenti e affidarci ad un tour organizzato? Fatte le opportune valutazioni, decidiamo di prenotare un tour e lo facciamo con la Northern Alaska Tour Company.
L’incontro è presso il loro ufficio, che si trova in prossimità dell’aeroporto di Fairbanks. Alle 10.00 in punto si parte, come da programma. Il ritorno è previsto indicativamente tra 00.30 e le 2.00.
La giornata, quindi, sarà particolarmente lunga, ma so già che al termine sarò ampiamente soddisfatta di quello che avrò visto.
Il nostro autista, che ci farà anche da guida, è Tony, un simpatico ragazzo californiano che si è trasferito in Alaska per amore. E mai come in questo caso è appropriato il detto “mani fredde e cuore caldo”.
Ma adesso partiamo!
Come nacque la Dalton Hwy
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Pensate che la Dalton Hwy è stata costruita in appena 5 mesi, perché a Prudhoe Bay gli americani avevano scoperto un giacimento di petrolio e non volevano farselo soffiare, quindi si ingegnarono a costruire questa strada e parallelamente costruirono l’oleodotto, il Trans Alaska Pipeline.
Ricordiamoci che il petrolio e il gas sono le fonti di sostentamento maggiori, insieme alla caccia, perché ovviamente in Alaska è quasi impossibile coltivare la terra e di conseguenza è anche difficile allevare gli animali.
Ma torniamo a noi. Come si sviluppa il percorso?
Il tour
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Si comincia attraversando Fairbanks. Tony ci racconta di come questa città sia nata un po’ per caso, ma di come poi sia diventata un punto nevralgico per i cercatori d’oro e di quanto sia cresciuta rapidamente.
Proprio qui a Fairbanks, sulla Steese Highway, c’è l’ultimo semaforo che incontreremo lungo il nostro percorso, il che è molto indicativo.
Terminata la Steese Highway, è la volta della Elliot Highway. Ai nostri lati potenziali miniere d’oro e una stupenda foresta boreale, con i suoi colori incantevoli.
Ops… guarda quel cartello! “Olnes City – Pop. 1”
Avete capito bene: popolazione 1, un solo abitante, che sicuramente non avrà problemi di buon vicinato.
Pensate che Olnes era una vecchia città mineraria, che un tempo ospitava 250-300 minatori. C’erano negozi di alimentari, alberghi, hotel e servizi postali e telefonici. C’era persino una fermata della Tanana Valley Railroad.
Ma sapete qual è la cosa più strana? Che Olnes è la terza città per grandezza sulla Elliot.
E se Olnes ha solo un abitante, Joy ne ha ben trenta, una vera metropoli. Probabilmente, se Tony non ce lo avesse fatto notare, saremmo entrati e usciti da Joy senza neanche accorgercene. Oltretutto, l’unico negozio era anche chiuso, visto che in questa stagione apre solo di sera con l’Aurora Boreale.
È arrivato il momento dell’intrattenimento. Mentre la strada scorre ai nostri lati, siamo tutti rapiti da un interessante filmato sulla corsa all’oro.
Al termine del filmato, Tony ci informa che tra pochi minuti imboccheremo la famosa Dalton Highway.
Pronti per qualche foto?
Da qui ha inizio la strada che porta alla fine del mondo, anche se purtroppo noi ci fermeremo prima, molto prima, al miglio 115, al Circolo Polare Artico.
Rientrati nel bus, Tony ci fa vedere un altro filmato, questa volta relativo alla famosa conduttura che trasporta petrolio da Prudhoe a Valdez, l’Alaska Pipeline.
Trans Alaska Pipeline
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Il filmato spiega molto dettagliatamente, ma allo stesso tempo in modo semplice, tutto quello che ha riguardato la sua costruzione, dalla progettazione alla realizzazione, mettendo particolarmente in evidenza il gran numero di persone impiegate per rendere possibile questa imponente opera, un tubo lungo 800 miglia e largo 4 piedi.
Per la maggior parte, l’Alaska Pipeline è “a vista” in alcuni tratti è interrato, ma comunque è una presenza costante durante un on the road in Alaska.
Durante il nostro tour, continuano le interessanti spiegazioni del nostro autista.
Per esempio, vedete quei paletti bianchi e rossi ai lati della strada? Servono per individuare i bordi esterni della corsia quando la neve ricopre tutto.
Si sta avvicinando l’ora di pranzo e la nostra prossima tappa è lo Yukon River Camp, dove chi ha ordinato il pranzo può soddisfare il proprio appetito.
Per chi come noi di è organizzato diversamente, c’è la possibilità di un breve giro sulle sponde dello Yukon River, sempre accompagnati da Tony.
Pausa terminata e come quando a scuola suona la campanella, tutti seduti… ma questa volta in pullman.
Il prossimo tratto è il più lungo, circa tre ore per arrivare al cartello che segna 66° 33′ di latitudine, il Circolo Polare Artico.
Circolo Polare Artico
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Non è proprio come mi aspettavo. Qui non ci sono né orsi polari, né distese innevate, né tanto meno una linea disegnata sul terreno che indichi dove ci troviamo. Solo un cartello e un tappetino rosso con una linea bianca tratteggiata.
Ai più potrebbe sembrare quasi deludente, ma l’emozione è forte. È pur sempre un traguardo, un po’ come abbracciare la boa di Key West o raggiungere Capo Nord.
Non appena ci rimettiamo in cammino, inizia a piovere a dirotto. Sono già le 18.30, dobbiamo ritornare allo Yukon River Camp per la cena e accompagnare a Joy il gruppo che ha deciso di fermarsi lì per la notte nella speranza di vedere l’Aurora Boreale. Con questo tempo, purtroppo, credo rimarranno un po’ delusi.
Non sono invece rimasta delusa io, che ho divorato il panino al salmone come se non ci fosse un domani.
Risaliti in pullman, un altro interessante filmato sulla natura alaskiana, ma questa volta non riesco ad arrivare fino in fondo e cado nel letargo più profondo, almeno fino a quando Tony non si ferma per consegnare ad ognuno di noi il certificato che attesta il nostro passaggio al Circolo Polare Artico.
Come da previsioni della nostra bravissima guida, siamo ritornati al punto di partenza all’1.45. 16 ore di viaggio che non saremmo mai riusciti a sostenere da soli.
Qualche considerazione sul tour
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
È il momento di alcune brevi considerazioni che potrebbero aiutare chi come me vorrebbe affrontare questo viaggio in solitaria, ma ha qualche perplessità.
Ormai lo sapete, non sono un’amante dei tour organizzati, ma ci sono occasioni come questa in cui secondo me è necessario affidarsi ad un operatore esperto e Northern Alaska Tour Company lo è. I bus sono confortevoli, la guida è stata molto disponibile, ben preparata e molto competente, cosa da non sottovalutare.
Soprattutto, però, per la vostra decisione prendete bene in considerazione le condizioni della strada, che a tratti è ricoperta di terriccio, stretta, con molte curve e saliscendi. Inoltre, molte assicurazioni non coprono i danni subiti sulla Dalton e qui non è difficile che i camion sollevino sassi o che si possa forare una gomma. I telefoni cellulari non funzionano e si comunica solo con telefoni satellitari o radio. Da maggio a settembre, poi, il tempo è abbastanza clemente, ma pensare di affrontare da soli questo percorso anche solo fra qualche settimana, rifletteteci bene! Io credo di aver fatto la scelta migliore rispetto alle mie necessità.
Adesso si è fatto proprio tardi, meglio riposare un po’.
22/09/2017
RICHARDSON HIGHWAY
BIG DELTA HISTORICAL PARK – GAKONA – GULKANA – GLENNALLEN
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Anche stamattina sveglia di buon’ora, colazione non abbondantissima ma sufficiente e subito in auto. La Richardson Hwy ci aspetta.
Richardson Highway
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Oggi si va da Fairbanks a Glennallen lungo questa “autostrada”, la prima ad essere stata costruita in Alaska, costeggiata quasi sempre da fiumi e dall’Alaska Pipeline.
Il tempo sembra più clemente. Non che proprio ci sia il sole, ma se non altro piove molto poco. Se fossimo fortunati, potrebbe anche smettere. Chissà…
Al primo distributore facciamo rifornimento. Le distanze sono notevoli, quindi meglio avere sempre il serbatoio pieno.
Delle 364 miglia che copre le Richardson Highway, noi ne percorreremo solo 250 e il tempo stimato è di circa 5 ore.
Passiamo nuovamente dalla Casa di Babbo Natale, a North Pole. La mia fortuna, e non solo la mia, è che a quest’ora è ancora tutto chiuso.
Costeggiamo la Eielson Air Force Base, costruita nel 1943 in memoria del famoso pilota alascano.
Passiamo il piccolo centro di Salcha e quando finalmente smette di piovere, possiamo fermarci in uno dei tanti punti panoramici per scattare qualche foto.
Superato il Tanana Trading Post, sulla sinistra troviamo le indicazioni per il Big Delta State Historical Park.
Big Delta Historical Park
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
L’entrata è libera, il complesso aperto tutto l’anno, solo il Rika’s Roadhouse chiude dai primi giorni di settembre, quindi niente caffè caldo e torta, specialità del posto.
Il Big Delta State Historical Park è un vero salto nel passato, la ricostruzione di quello che è stato un importante punto di passaggio per i viaggiatori che agli inizi del 1900 volevano raggiungere Fairbanks navigando il Tanana River e che qui sostavano dando vita ad un vero e proprio paese.
Terminata la visita, dopo pochi minuti, raggiungiamo Delta Junction. Se il caffè non lo abbiamo preso da Rika’s Roadhouse, perché non tentare qui?
Tra un sorso e l’altro, sono tanti (tanti si fa per dire…) gli abitanti di Delta Junction che ci guardano incuriositi e si fermano a parlare con noi. Tra una signora di origini canadesi e un’altra che si è trasferita qui dalla Svizzera, abbiamo sempre più chiaro che gli abitanti dell’Alaska sono in gran parte immigrati che vengono qui per fuggire dalla vita frenetica delle città e soprattutto che sono particolarmente socievoli.
È passata quasi un’ora, salutiamo le nostre nuove amiche e ripartiamo.
Pipeline. Aree di sosta. Camping.
Raggiungiamo il Richardson Monument, che ricorda il primo direttore della commissione lavori di questa strada alla quale dà il nome.
Adesso il primo imprevisto della vacanza: un camion passa a velocità decisamente sostenuta e solleva dei sassi che vanno a finire dritti dritti sul parabrezza. Per fortuna il vetro non è si rotto, possiamo tranquillamente proseguire in queste condizioni per il resto della vacanza. Fortuna ancora più grande, però, è stata quella di stipulare un’assicurazione che coprisse interamente tutti i danni, cosa che consiglio sempre di fare, soprattutto durante vacanze on-the-road come questa, dove le strade sono spesso disastrate.
Ma torniamo all’itinerario.
Gakona e Gulkana
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Superiamo Paxson Junction, l’incrocio tra la Richardson Highway e la Denali Highway, e continuiamo in direzione di Glennallen. Dopo 57 miglia, un altro incrocio. Questa volta la Richardson incontra la Glenn.
Facciamo una piccola deviazione verso nord e raggiungiamo Gakona, il piccolo villaggio di nativi alaskani sorto nel punto in cui confluiscono il Gakona River e il Copper River.
È proprio il caso di dire “piccolo villaggio”, ma posso garantirvi che il panorama che di gode da qui è spettacolare.
Ritorniamo sulla Richardson Hwy e dopo pochissimo ci imbattiamo in Gulkana, altro villaggio di nativi. Sapete che è vietato introdurre qui alcolici?
15 miglia più avanti c’è l’intersezione sud con la Glenn Hwy. Non solo! C’è anche un distributore. Anche se siamo già a destinazione, meglio rifornire, così domani mattina possiamo partire direttamente.
Puntiamo il navigatore sull’indirizzo del b&b che abbiamo prenotato per stanotte.
Quando arriviamo davanti l’Alaska Copper River b&b rimaniamo piacevolmente sbalorditi. Scenario incantevole. Ci accoglie Quinn, la proprietaria di origini italiane, gentilissima. Ci parla un po’ di lei, del suo lavoro, ci mostra la nostra camera, all’interno di una casetta da favola con un’enorme finestra dalle quale si potrebbe vedere l’Aurora Boreale. Per il momento ci godiamo il panorama delle montagne che si stagliano davanti a noi.
Con una passeggiata di qualche minuto si può anche raggiungere il fiume.
È ora di cena. In zona c’è un’unica alternativa, un take away thai che tra l’altro è molto caro, ma stasera dobbiamo buttarci per forza su noodles e involtini primavera, non proprio caratteristici.
Anche oggi la giornata è terminata. Dell’aurora boreale nessuna traccia. Meglio andare a dormire e sperare almeno che domani il tempo migliori.
23/09/2017
GLENN HIGHWAY – SEWARD HIGHWAY – GIRDWOOD
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Per iniziare il racconto di questa giornata non servono parole, basta un’immagine. Questa.
Stamattina ci cimentiamo nella preparazione della colazione. Ci cimentiamo… diciamo che io preferisco godermi il panorama comodamente seduta.
Riconsegnate le chiavi e salutata Quinn, ci rimettiamo in marcia.
Parks Hwy, Dalton Hwy, Richardson Hwy… oggi tocca alla Glenn Hwy, che collega Tok ad Anchorage, ma noi la imbocchiamo solo da Glennallen.
Glenn Hwy
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Non voglio dilungarmi troppo nella descrizione di questa strada panoramica, questa volta devono essere le foto a parlare.
Al miglio 102, su consiglio di Quinn, ci fermiamo al Long Rifle Lodge per un caffè, ma soprattutto per godere della splendida vista sul Matanuska Glacier.
l consiglio di Quinn è stato prezioso.
Sapete che il Matanuska è uno dei pochi ghiacciai qui in Alaska ad essere accessibile in auto? Se solo avessimo più tempo…
Caffè e burritos, vista da sogno. Potrei stare qui per ore, ma la strada è ancora tanta.
Prima di partire, aspettate un attimo, però. Visto che dalla strada non è visibile, volevo segnalarvi che qui c’è anche un distributore… con custode!
Vi ricordate quello che vi ho detto ieri a proposito dei rifornimenti? Meglio avere sempre il serbatoio pieno.

Passiamo la Musk Ox Farm, la fattoria dei buoi muschiati, e al miglio 42 entriamo a Palmer. Quasi una metropoli, dopo tutti i minuscoli agglomerati che abbiamo attraversato in questi giorni.
Poco dopo, incrociamo la Parks Hwy, ma noi continuiamo sulla Glenn fino ad Anchorage, per poi proseguire sulla suggestiva Seward Hwy.
Seward Hwy
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Il tempo è terrificante. Piove e il vento è fortissimo. Non riesco neanche a scendere dall’auto per scattare qualche foto. Beh, una sì, dai!
Il Turnagain Arm e le montagne sullo sfondo.
Finalmente arriviamo a Girdwood, quindi all’Alyeska Resort, dove alloggiamo questa notte. L’hotel è meraviglioso, anche se non è esattamente il mio genere per questo tipo di vacanza. Se solo spuntasse un po’ di sole, potremmo prendere la funivia e goderci il panorama dall’alto. Ma così non ne vale proprio la pena e ci accontentiamo di una passeggiata.
Adesso mi è venuta fame. Dove si va per cena? Al Silvertip Grill, dove fanno ottimi hamburger.
A pancia piena, vi do la buonanotte!
24/09/2017
WHITTIER – PRINCE WILLIAM SOUND – SEWARD
AAlaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Venite con me in crociera tra i ghiacciai del Prince William Sound oggi? Io ho prenotato con Phillips Cruises, alle 12.00 si salpa!
Appena svegli, corriamo subito da Starbucks per la colazione. Cappuccino e croissant al cioccolato sono lì tutti per me. Poi subito check-out e via in auto sotto una pioggia battente.
Whittier
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Dobbiamo raggiungere l’imbocco dell’Anton Anderson Memorial Tunnel prima delle 10.30, altrimenti non arriveremo mai in tempo per l’imbarco.
Eh sì, perché per arrivare a Whittier bisogna percorrere un tunnel, ma non un tunnel qualsiasi.
La viabilità è a senso unico alternato, ma questa non è la vera caratteristica.
Qui sotto passa anche il treno. Proprio il treno! Ma il binario non corre parallelo alla strada, è la strada che corre sopra al binario! Infatti, nel 1943, questo tunnel era stato aperto per consentire il collegamento ferroviario tra le grandi città dell’Alaska e la base militare di Whittier, importante sbocco sul mare.
Solo nel 2000 è stato aperto al traffico automobilistico.
Se soffrite di claustrofobia, questo tunnel non fa per voi. Stretto, umido e senza sbocchi, quindi mi raccomando… velocità ridotta e distanze di sicurezza! Per maggiori informazioni sullo schedulato del tunnel, vi rimando al sito ufficiale.
Poco dopo l’uscita del tunnel, alla nostra sinistra, troviamo la sede della Phillips Cruises.
Abbiamo ancora un’ora prima di imbarcarci. Facciamo un giretto a Whittier, questa curiosa cittadina che si affaccia sul Prince William Sound.
Ma perché curiosa, chiederete voi? Perché la vita della maggior parte dei suoi abitanti si concentra qui, in questo condominio, dove si trovano appartamenti, negozi e anche un albergo.
Chi troppo e chi niente.
A Olnes un solo abitante, qui tutti costretti alla convivenza.
Dopo un caffè, siamo pronti per imbarcarci. I posti a bordo sono assegnati. Condividiamo il nostro tavolino con una simpatica coppia texana. Iniziamo subito le presentazioni e ci teniamo compagnia per tutta la durata della crociera.
Prince William Sound
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Appena partiti, sempre sotto una pioggia incessante, ci servono il pasto.
Il tempo non sembra favorevole, poi migliora e alla fine spunta anche l’arcobaleno.
Binocolo pronto, ed ecco apparire i leoni marini, poi aquile, orsi bruni e lontre.
Il rumore del ghiaccio che cade in acqua lascia senza fiato, un rombo assordante, come un tuono, qualcosa di unico e indescrivibile.
Sono ormai passate le 17.00 e stiamo attaccando al porticciolo di Whittier. Salutiamo a nostri amici e ritorniamo alla macchina.
Questa crociera è stata fantastica, un’organizzazione impeccabile, imbarcazioni nuovissime, ampi vetri per guardare il panorama e ovviamente la possibilità di uscire sul ponte. Spiegazioni esaurienti e chiare fornite dallo staff e dai rangers che hanno reso questa esperienza ancora più interessante.
Adesso aspettiamo che arrivino le 18.00 per poter attraversare il tunnel, poi imbocchiamo di nuovo la Seward Hwy, ma questa volta in direzione sud. Nei prossimi giorni andremo alla scoperta della penisola del Kenai. Due ore di strada e raggiungiamo Seward, dove per le prossime due notti alloggiamo al Harbor 360.
Cena e meritato riposo. Solo un po’ di tristezza: la vacanza sta per finire.
25/09/2017
SEWARD – MAJOR MARINE TOUR
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Seward
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Quando stamattina ci svegliamo e con nostro grande stupore ci accorgiamo che non piove, decidiamo di approfittarne per una bella passeggiata.
Ma prima, meglio un’abbondante colazione, anche se forse ho esagerato un po’… omelette, due panini con crema di formaggio e il caffè, ovviamente!
Prima di iniziare la passeggiata lungo la Resurrection Bay, una curiosità su Seward.
Sapete che la bandiera dell’Alaska è nata proprio in questa cittadina nel 1927? E il merito va ad uno studente tredicenne che partecipò ad un concorso per disegnare la bandiera e ovviamente lo vinse. A lui, Benny Benson, è dedicato un monumento alle porte di Seward.
Ma cosa rappresenta la bandiera alaskana? L’Orsa Maggiore e la Stella Polare simboleggiano lo Stato più a nord degli USA, mentre il colore blu dello sfondo è allo stesso tempo il colore del cielo e quello del Non Ti Scordar Di Me, fiore simbolo dello stato.
Adesso possiamo iniziare la nostra passeggiata sul lungomare.
Ben curata, con pannelli illustrativi sulla storia dell’Alaska e sulla fauna locale, è una piacevole alternativa per raggiungere il centro.
Quasi al termine, un cartello indica che da qui parte l’Iditarod Historic Trail, un tragitto di 2300 miglia che negli anni della corsa all’oro veniva percorso per portare lettere e medicine da Seward a Nome… e oro da Nome a Seward, ovviamente grazie alle slitte trainate dai cani.
Un po’ più avanti ed ecco comparire l’Alaska SeaLife Center.
Da lì inizia la zona del centro storico, che però non è una grande attrattiva turistica, quindi possiamo tornare verso l’albergo.
Alle 12.30 dobbiamo essere pronti e scattanti per il check-in della crociera. Eh sì, una crociera anche oggi, ma questa volta per vedere da vicino la fauna marina e non solo.
Major Marine Tour
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Abbiamo scelto la Major Marine Tour, una delle maggiori compagnie che opera in Alaska, che in questo caso ci propone un tour di tre ore e mezza tra i fiordi della Resurrection Bay alla ricerca di leoni marini, lontre, pulcinelle di mare e addirittura balene.
Ma noi non siamo così fortunati, dobbiamo accontentarci dei leoni marini e delle simpatiche lontre che nuotano noncuranti della barca che passa a fianco, ma di puffins neanche l’ombra… e tanto meno delle balene. L’aquila, però, l’ho vista!
Superiamo Fox Island e arriviamo fino a Cape Resurrection. Da quel punto in poi è mare aperto, il Golfo dell’Alaska.
Il ritorno è più veloce, senza soste e con poche spiegazioni da parte del comandante, ma ad intrattenerci ci pensano i nostri amici cinesi che sono seduti a fianco a noi. Abitano a Shanghai e ci scambiamo consigli utili sulle città da visitare in Italia e in Cina. Chi vuole indovinare cosa gli ho suggerito?
Anche loro alloggiano nel nostro stesso albergo… non che qui in zona ce ne siano tanti altri… e ci sono buone possibilità di incontrarci di nuovo domani per la colazione. Per il momento li salutiamo e usciamo per un altro giretto prima di cena, che stasera sarà a base di fish & chips da Alaska Seafood Grill.
A domani!
26/09/2017
EXIT GLACIER – SEWARD HIGHWAY – KENAI NATIONAL WILDLIFE REFUGE – NINILCHIK – HOMER
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Oggi è stata la giornata più bella di tutta la vacanza, almeno dal punto di vista paesaggistico. Il sole ha reso lo scenario ancora più bello e le montagne innevate riflesse sul Cook Inlet sono qualcosa di indescrivibile.
Dopo la colazione e il check-out, ci siamo lasciati alle spalle Seward e abbiamo fatto subito una piacevole variazione al programma, cosa che per me è un po’ insolita. Visto che la giornata è luminosa, perché non approfittarne e vedere l’Exit Glacier? In fondo, si trova a poco meno di mezz’ora di strada da Seward ed è proprio sulla nostra rotta.
Exit Glacier
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Per raggiungere il parcheggio, si attraversa la bellissima e lussureggiante Chugach National Forest.
Una volta lasciata l’auto, con una breve camminata di circa un quarto d’ora, si arriva al punto in cui è possibile osservare più da vicino il ghiacciaio.
Più da vicino per chi come noi non è un temerario escursionista, ovviamente.
Incantevole, nulla da aggiungere.
Ptarmigan Lake, Kenai Lake, Moose Pass, poi al miglio 37 l’imbocco con la Sterling Highway, che percorreremo per 173 miglia fino a Homer.
Qualche foto, di nuovo in auto e passiamo Cooper Landing, una cittadina che più che altro può diventare un punto di sosta per gli automobilisti. Caffè, negozi e addirittura un museo che illustra la storia locale.
Dopo altre 35 miglia, ecco comparire all’orizzonte Sterling.
Prossima tappa il Kenai National Wildlife Refuge.
Kenai National Wildlife Refuge
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Diversamente da altri parchi che abbiamo visitato, questo non ha un vero de proprio percorso interno, ma la Sterling Highway gli corre attraverso.
A dire la verità, un piccolo giretto da fare ci sarebbe: 0,75 miglia nel bosco per raggiungere un piccolo laghetto. Vada per il Kenai Nature Trail, anche perché non voglio lasciare niente di intentato, voglio vedere un alce da vicino! Ce la farò? No, non ce l’ho fatta, però il laghetto l’ho visto. Niente di speciale, ma comunque carino.
Dopo il Kenai National Wildlife Refuge tocca a Ninilchik, un piccolissimo paesino con meno di 900 abitanti, che si trova nel punto in cui il Ninilchik River sfocia nel Cook Inlet.
Caratteristico, non c’è che dire.
Tra Ninilchik e Anchor Point, il paesaggio non smette di stupire.
Arriviamo ad Anchor Point, ma senza fermarci. Magari domani, quando dovremmo ripercorrere questa strada in senso contrario per tornare ad Anchorage.
Chi sa perché Anchor Point si chiama così, alzi la mano.
Perché proprio in questo punto, l’esploratore e navigatore britannico James Cook perse un’ancora. Chi perde la bussola e chi l’ancora…
Homer
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
15 miglia dopo, più o meno 20 minuti, siamo a Homer, al Pioneer Inn, dove abbiamo prenotato per questa notte. Rich ci accoglie festoso… almeno credo, visto che capisco ben poco di quello che dice. Ci mostra il nostro appartamento e ci dà qualche consiglio su cosa vedere a Homer.
Noi partiamo dallo Spit, una lingua di terra di circa 4 miglia e mezzo che taglia in due Kachemak Bay.
Effettivamente sembra un po’ turistica – un susseguirsi di negozi e locali – ma tutto sommato in questo tipo di vacanza, un po’ di shopping non guasterebbe neanche. Peccato solo che in questa stagione sia tutto chiuso, quindi l’idea di fermarci al Pier 39 viene meno.
Rimane il fatto che il paesaggio intorno a noi è bellissimo. Si vede anche Gull Island, famosa per le pulcinelle di mare e altri volatili che nidificano lì.
Una bella passeggiata fino a raggiungere il monumento ai marinai che hanno perso la vita in mare, poi di nuovo in auto, perché vogliamo goderci il panorama dall’alto.
Direi che non ci sono commenti da fare, solo qualche informazione pratica per arrivare.
Imboccate la East End Road e salite sulla East Hill Road fino al punto panoramico. Libero sfogo alle fotografie!
Adesso tutti a cena. Buona serata!
27/09/2017
KENAI CITY – ANCHORAGE
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Oggi si ritorna ad Anchorage. La strada è la stessa che abbiamo percorso ieri, quindi non ho molto da aggiungere. In più, il tempo è pessimo, almeno per adesso.
Solo una piccola deviazione verso Kenai City, ma prima attraversiamo Kasilof. Quasi non ce ne accorgiamo, se non fosse stato per l’ufficio postale.
Kenai City
Alaska – Itinerario on the road – Cosa vedere in due settimane
Uscito il sole, arriviamo a Kenai. Le indicazioni per Old Town sono chiarissime e in men che non si dica, siamo davanti alla bellissima chiesa ortodossa di Santa Maria, proclamata Monumento Storico Nazionale.
Un piacevole percorso pedonale tra gli edifici storici di questa cittadina, riporta indietro nel tempo.
Finito il giretto e mangiato un boccone da Veronica’s, imbocchiamo la strada che ci porterà ad Anchorage.
Come ieri, Sterling Highway e Seward Highway, tre ore e saremo a destinazione.
Avremmo dovuto fermarci sulla Seward per qualche foto, ma non mi sembra il caso.
All’orizzonte Anchorage, il che significa che la nostra vacanza sta proprio finendo. Domani si riparte, un po’ a malincuore, ma già pensando alla prossima meta. Oggi pomeriggio lo dedichiamo all’acquisto degli ultimi souvenir. La palla di Natale non può assolutamente mancare, una maglietta per B., la calamità per TU, qualche ricordino da portare qua e là. Domani un altro bel giro… stavolta a piedi… nel Costal Trail, poi via! Bologna, arrivo!
The end!