GRAND TETON NATIONAL PARK
Una giornata tra laghi, montagne e fiumi
Grand Teton National Park – Cosa vedere
Una delle tappe imperdibili per chi programma un itinerario on-the-road attraverso la Real America, è sicuramente il Grand Teton National Park.
Purtroppo, visto il nostro fitto programma, abbiamo potuto dedicare a questo enorme Parco Nazionale soltanto una giornata, il minimo per avere un’infarinatura di base e vedere le cose principali.
Infatti, tra meravigliosi laghi, cime elevate e fiumi impetuosi, il Grand Teton National Park si estende per 1254 kmq circa.
Ma prima di immergerci nella natura più selvaggia, qualche informazione pratica.
Come arrivare
Grand Teton National Park – Cosa vedere
Le entrate al Grand Teton sono due, la Moose Entrance e la Moran Entrance.
Nel nostro caso, arrivando da Dubois, preferiamo la Moran Entrance, in prossimità del Jackson Lake. In circa un’ora e un quarto si arriva a destinazione.
Per chi proviene da Jackson, invece, l’entrata è Moose Entrance, da dove inizia la Teton Park Road. Bastano 20 minuti e si è all’ingresso del parco.
La visita
Grand Teton National Park – Cosa vedere
Dicevamo… Partendo da Dubois, in poco più di un’ora abbiamo raggiunto Moran Junction.
Ma a ogni bivio corrisponde un dilemma.
Se svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per Yellowstone, entriamo subito nel parco. Andando a sinistra, invece, continuiamo lungo la US-191 fino a raggiungere la Cunnigham Cabin.
E’ deciso, andiamo a sinistra.
In dieci minuti siamo al parcheggio.
Cunnigham Cabin
Grand Teton National Park – Cosa vedere
Cunnigham Cabin
Costruita nel 1888 da John Pierce Cunningham, consiste in due piccole strutture unite da un tetto che costituisce un passaggio coperto. John abitò qui con la moglie Margaret fino al 1895, quando l’edificio fu utilizzato come granaio. Cunningham gestì questo ranch fino a quando la siccità non rovinò i raccolti e il prezzo del bestiame crollò ai minimi storici.
Risaliamo in auto, stessa direzione. Ancora qualche miglio e siamo allo Snake River Overlook, dove il gruppo del Grand Teton fa da sfondo a questo lunghissimo fiume che attraversa il parco.
Snake River Overlook
Adesso possiamo tornare indietro e dirigerci finalmente verso l’entrata del parco, la Moran Entrance.
In men che non si dica ci siamo.
Mostriamo il National Parks Pass a Salvatore, il ranger di origini italiane, ed entriamo curiosi di scoprire il Grand Teton.
Per prima cosa, attraversiamo una delle zone più fotografate del parco, l’Oxbow Bend.
Oxbow Bend
Grand Teton National Park – Cosa vedere
Oxbow Bend
Qui lo Snake River forma un’ansa, un po’ come succede in Colorado all’Horseshoe Bend. La cosa che rende tutto ancora più bello è il riflesso del Monte Moran nell’acqua. E se riusciste a venire qui il mattino presto, allora potreste anche vedere le alci che si abbeverano nel fiume.
Noi non siamo stati così fortunati, anche perché non è sicuramente l’alba, ma il panorama davanti a noi ci ripaga di tutto.
Dopo aver scattato una quantità indicibile di foto, siamo pronti per ripartire verso Jackson Lake.
Qualche minuto di strada ed eccolo davanti a noi.
Jackson Lake
E di lago in lago, perché non raggiungere il Jenny Lake?
E’ presto fatto.
Lungo il percorso attraversiamo la diga di Jackson Lake, poi ci fermiamo per qualche foto davanti alla Cappella del Sacro Cuore, costruita nel 1930 e location ideale per i matrimoni che si celebrano al Grand Teton.
Chapel of Sacred Heart
Il lago è indubbiamente meraviglioso, ma io sono una persona concreta e una domanda mi sorge spontanea.
Chi era Jenny?
Mettetevi comodi, mi sono documentata, vi racconto una storia.
Nel 1872, un uomo conosciuto dai più come “Beaver Dick” Leigh per i suoi lunghi denti che lo facevano assomigliare a un castoro, cresciuto tra i monti e più amante degli animali che degli uomini, accompagnò Ferdinand Hayden alla scoperta del Grand Teton. In segno di gratitudine, Hayden decise di dedicare a Jenny, la moglie di Dick, questo bellissimo lago alpino. Ma perché proprio a Jenny? Sicuramente per la sua generosità: nel 1876, durante la gravidanza, Jenny, che apparteneva alla tribù degli Shoshone, decise di aiutare una donna malata, non sapendo che avesse il vaiolo, una malattia ovviamente molto contagiosa. Così, sia Jenny che i suoi quattro figli morirono e Dick decise di seppellirli a Jackson Hole.
Adesso ci rimangono ancora due cose da vedere, una all’interno del parco ed una all’esterno.
Iniziamo dalla Cappella della Trasfigurazione, costruita nel 1925 in legno per i mandriani e i contadini della zona.
Chapel of Transfiguration
Ora imbocchiamo l’uscita, ma alla Moose Junction giriamo a sinistra, perché dobbiamo ancora visitare Mormon Row.
Per raggiungere questa zona, percorriamo un tratto della Antelope Flats Road, una strada panoramica aperta tra le pianure che ci permetterà di vedere bisonti e antilopi… almeno speriamo!
No, oggi non è decisamente la nostra giornata fortunata, di animali selvatici neanche l’ombra!
Comunque…
Mormon Row
Grand Teton National Park – Cosa vedere
Nel XIX secolo, nella valle tra il Gros Ventre River e lo Snake River si trasferì una cospicua comunità di mormoni proveniente dall’Idaho. Qui costruirono case, una chiesa e una scuola. Vista la fertilità del terreno, i mormoni vivevano prevalentemente di agricoltura.
Ci aggiriamo tra le case e anche noi non possiamo fare a meno di fotografare il famosissimo fienile costruito da John e Thomas Alma Moulton.
Fienile di John e Thomas Moulton
Un’altra icona di questo luogo è sicuramente la fattoria di Andy Chambers, costruita nel 1912 in luogo decisamente inospitale soprattutto per un contadino. Lontani da Jackson, il centro abitato più significativo della zona, i Chambers dovevano provvedere da soli al loro sostentamento, nonostante nel ranch non arrivassero né l’acqua corrente, né l’elettricità.
Fattoria di Andy Chambers
Adesso abbiamo proprio terminato, il Grand Teton non ha più segreti per noi.
In realtà, non è proprio vero. Noi ci siamo limitati a vedere le cose principali, i punti panoramici più significativi, ma se avessimo avuto più tempo, ci sarebbe sicuramente piaciuto percorrere almeno qualcuno dei tanti sentieri che attraversano il parco. E se addirittura fossimo stati più sportivi, avremmo anche potuto esplorare il Grand Teton in bici, ma questo non è sicuramente il mio caso.
Comunque sono molto contenta di com’è andata la giornata, che per altro non è ancora finita.
Torniamo sulla US-191 e proseguiamo dritti fino a Jackson.
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